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Home Sommario 2018

Leggi Illustrate N. 437

30 Marzo 2020
in 2018, Sommario
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LAVORO

Stretta sui contratti a termine

Dopo meno di un mese dalla sua emanazione, il cosiddetto “decreto dignità” (D.L. 12 luglio 2018, n. 87) è diventato Legge. In tema di lavoro, per quanto riguarda i contratti a termine, riporta la lancetta del tempo alla precedente disciplina del Jobs Act: 24 mesi al massimo (con causale dopo dodici mesi). Il provvedimento definitivo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 agosto scorso (Legge 9 agosto 2018, n. 96). Un nuovo bonus occupazionale per gli anni 2019 e 2020 e la rivisitazione del voucher lavoro destinato all’agricoltura e al turismo, sono le più importanti aggiunte operate dal Parlamento in sede di conversione del decreto.

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Qualcuno ha osservato, addirittura, che questo primo atto legislativo della nuova maggioranza di Governo segna un ritorno ad un passato ancora più lontano. L’approccio riformatore – sostengono costoro – assomiglia molto alla visione precedente alla riforma Biagi del 2003, laddove il ricorso a forme di contratto a termine era fondamentalmente vietato, salvo specifiche ipotesi eccezionali previste dal Legislatore.

LAVORO

Occupazione: nuovo bonus temporaneo

La legge di conversione del decreto “dignità” introduce un nuovo bonus temporaneo per stimolare l’occupazione giovanile, con contratto a tempo indeterminato, limitatamente agli anni 2019 e 2020. Si tratta di una fotocopia del bonus occupazionale giovanile introdotto dal passato governo con la legge di Bilancio 2018 (art. 1, commi 100 e ss, Legge 27/12/2017, n.205), che però, era una misura a regime, senza scadenza.

La nuova norma lascia inalterato il bonus della legge di Bilancio 2018, però ne affianca un secondo… gemello, con una sola fondamentale differenza di struttura: l’età del lavoratore agevolato è fissata a 35 anni, anziché 30 anni.

La Legge di Bilancio 2018, in verità, aveva previsto un periodo iniziale, per tutto l’anno 2018, in cui l’età massima per fruire del bonus era fissata a 35 anni; a partire dal 2019, tale limite sarebbe sceso a 30 anni e tale sarebbe rimasto fino a modifica o ad abrogazione della norma. In pratica, il nuovo bonus consentirà di assumere in forma agevolata gli ultratrentenni ancora per altri due anni.

Anche il “nuovo” bonus è riservato ai datori di lavoro del settore privato e contempla una sconto contributivo del 50%, nel limite massimo di spesa annuo di 3.000 euro.

LAVORO

Novità per le prestazioni occasionali

La legge di conversione del decreto 87/2018 è intervenuta anche sul regime delle prestazioni occasionali che sono diventate un po’ più flessibili e più facili da gestire, almeno nei settori dell’agricoltura e del turismo. La denuncia dei “lavoretti” (che un tempo venivano retribuiti coi “voucher”), può adesso riguardare un periodo di tempo massimo di 10 giorni (e non più di tre giorni, come era possibile fino all’11 agosto scorso); il datore di lavoro agricolo è esentato da responsabilità in caso di dichiarazioni incomplete o non veritiere da parte dei lavoratori (in tali casi, in altre parole, è stata cancellata la sanzione dell’assunzione); è stata introdotta la possibilità, per i consulenti del lavoro, di fare versamenti all’Inps per conto dei datori di lavoro utilizzatori di prestazioni occasionali, anche ai fini della provvista finanziaria necessaria al pagamento delle stesse prestazioni ai lavoratori.

Alle regole del libretto di famiglia, il decreto 87 non ha apportato modifiche.

Le prestazioni occasionali acquistabili con il «Libretto Famiglia» sono quelle rese nell’ambito di:

  • piccoli lavori domestici, compresi lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione;
  • assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
  • insegnamento privato supplementare.

FISCO

Poche novità nel “decreto dignità”

L’iperammortamento va restituito se il bene e ceduto prima del tempo, no al bonus ricerca e sviluppo per le operazioni infragruppo, misure di contrasto al gioco d’azzardo: queste le principali misure fiscali contenute nel cosidetto decreto dignità, convertito in legge dal parlamento nello scorso agosto.

Niente introduzione della flat tax (il tema verrà probabilmente affrontato al momento della stesura della legge di bilancio per il 2019, ma già sembra delinearsi una versione molto più annacquata di quella “rivoluzionaria” indicata in prima battuta), niente abolizione dello spesometro (bensì, solo lo slittamento di una scadenza e qualche lieve modifica alla relativa disciplina), niente addio al redditometro (al momento messo in quiescenza, in attesa però che un decreto ministeriale ne fissi i nuovi criteri operativi), niente definitiva cancellazione dello split payment (l’esonero è arrivato soltanto per professionisti e artisti, non anche per le imprese), nessuna particolare semplificazione a favore dei contribuenti nell’adempimento degli obblighi tributari.

SCUOLA

Il valore dei diplomi

Con le modifiche apportate dal Senato in sede di conversione in legge del decreto dignità (D.L. n. 87/2018) può dirsi definitivamente risolta, a parte alcune proteste da parte di frange escluse di cui diremo in seguito, la vicenda che ha visto coinvolti i diplomati magistrali (maestri non laureati) in possesso del titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, ultimo anno di funzionamento dei vecchi istituti magistrali.

SCUOLA

Vaccini: papocchio all’italiana

Tutto nasce da un emendamento approvato dalla maggioranza in Parlamento durante la conversione del decreto legge “milleproroghe”, non ancora diventato legge per l’interruzione estiva dei lavori parlamentari. Tra l’altro attenua l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini che frequentano nidi e scuole dell’infanzia: prevede soltanto un’autocertificazione del genitore. Una circolare ministeriale ha invitato i presidi a considerare l’emendamento già approvato, per applicarlo nel prossimo anno scolastico. L’oposizione dei presidi e di alcuni sindaci.

LAVORO

Nuovo codice degli appalti: via alla riforma della riforma

Se ne parla ormai da moltissimi mesi, ma adesso pare che sia davvero la volta buona. Con l’arrivo del nuovo governo la normativa che disciplina gli appalti di lavori, servizi e forniture nel nostro Paese, contenuta nel decreto legislativo numero 50 del 2016 e già corretto nel maggio del 2017, sarà di nuovo modificata. Probabilmente, anche in profondità. Quanto accaduto nel capoluogo ligure ha rilanciato drammaticamente la necessità di un’ampia e profonda azione di manutenzione delle nostre opere pubbliche – strade, autostrade, ponti, gallerie. Per realizzarla, è stato osservato, saranno necessarie procedure più efficaci e rapide di quelle previste dall’attuale codice degli appalti. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’8 agosto scorso ha comunicato sul suo sito ufficiale l’apertura di una procedura di consultazione sulla riforma del codice. La procedura è rivolta esperti, rappresentanti di imprese e associazioni di categoria e soggetti a vario titolo interessati. I temi di riflessione proposti dal ministero.

PROBLEMI SOCIALI

Cassazione e divorzio

Quanto spetta in caso di divorzio al coniuge più debole economicamente? L’argomento è tornato alla ribalta questa estate per via della sentenza n. 18287 del 2018 delle Sezioni Unite della Cassazione che ha cercato di mettere ordine in una questione che ha visto la giurisprudenza spesso oscillare tra “buonismo” (come si usa dire oggi) e “cattivismo”. Va ricordato che nel caso di divorzio, a differenza della separazione, ogni rapporto tra coniugi viene meno.

L’intervento delle Sezioni Unite arriva a valle di un contrasto giurisprudenziale “esploso” nel 2017 a seguito della sentenza di una sezione della stessa Cassazione (sentenza n. 11504 del 2017) che riconosceva il diritto all’assegno solo quando il coniuge “debole” non fosse obiettivamente in grado di mantenersi da sé dopo il divorzio. Le Sezioni Unite ora precisano e correggono questo orientamento.

IMMOBILI

Regolamenti edilizi standard dopo un anno ancora al palo

Dopo un anno dal termine fissato (18 aprile 2017), sono solo dodici le Regioni che hanno finora recepito il regolamento edilizio unificato, valido per tutto territorio nazionale. La Basilicata soltanto a metà giugno. Solo Puglia, Liguria e Lazio hanno rispettato la scadenza di aprile 2017.

E’ questo il quadro, non certo incoraggiante, che emerge analizzando la condotta delle singole Regioni in ordine all’adozione testo del regolamento edilizio unico concordato nella seduta della Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali del 20 ottobre 2016. L’accordo si inserisce nel più ampio quadro delle semplificazioni per il settore edilizio a cui la cosiddetta riforma Madia della pubblica amministrazione (legge n. 124 del 2015).

INSERTO

Adempimenti fiscali 2018: come rimediare ad errori
La dichiarazione integrativa e le forme di ravvedimento

Opportunità di fine anno per pagare meno tasse
Quali spese anticipare per approfittare degli attuali benefici fiscali

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