FISCO
Il decreto fiscale è legge (ci sono anche norme non fiscali) (pag. 3)
Facendo ricorso a una metodologia consolidata da diversi anni (iter parlamentare ridotto ai soli lavori in Commissione e approvazione con doppio voto di fiducia), la conversione in legge del Decreto legge n. 148/2017 (collegato fiscale alla Legge di Bilancio 2018) è andata in porto con notevole anticipo, rispetto al termine ultimo, concesso dalla Costituzione, che sarebbe scaduto il 15 di dicembre.
Rispetto alla versione di partenza del provvedimento (vedi le leggi illustrate di novembre), sono molte le novità inserite nel testo approvato in via definitiva. Si va: dall’estensione ad ampio raggio della rottamazione delle cartelle (nuovamente percorribile anche dai contribuenti che non avevano aderito alla prima versione della definizione agevolata dei ruoli) all’alleggerimento dello spesometro (nel 2018 si potrà scegliere di trasmettere i dati ogni sei mesi, anziché tre, e non ci saranno sanzioni per gli invii irregolari relativi al primo semestre 2017, se effettuati correttamente entro il prossimo 28 febbraio); dal mini scudo fiscale per ex residenti all’estero e frontalieri all’ampliamento del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari, ora riconosciuto anche agli enti non commerciali e pure per le campagne sulla stampa on line; dalla semplificazione delle condizioni per ottenere lo sconto Irpef sugli affitti degli studenti universitari fuori sede all’inserimento, come spese sanitarie detraibili, quelle per alimenti collegati a particolari patologie.
Inoltre, tra le tante novità che esulano dall’ambito fiscale, vale la pena segnalare: lo stop imposto alle compagnie telefoniche e alle pay tv di fatturare ogni 28 giorni (lo standard minimo dovrà essere un mese), escamotage con il quale tali società, da un po’ di tempo, avevano trovato il modo di lucrare, a danno degli utenti, una tredicesima mensilità; la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale dei costi per la preparazione dei farmaci a base di cannabis prescritti dal medico per la terapia contro il dolore; la possibilità, per i genitori, di autorizzare la scuola a consentire l’uscita autonoma dei minori di 14 anni al termine dell’orario delle lezioni.
In questo numero tutte le novità.
FISCO
Imu e Tasi: le istruzioni per pagare il saldo 2017 (pag. 5)
Nulla nova bona nova. È in arrivo, senza sgradite sorprese, il consueto appuntamento prenatalizio con il saldo dei due principali tributi comunali che gravano sui fabbricati e sui terreni, l’IMU e la TASI. In verità, il fatto che la pressione fiscale locale non potesse subire incrementi era già noto, essendo stato sancito normativamente dalla legge di bilancio 2017 che, reiterando una disposizione già applicata nel 2016, anche per l’anno in corso ha “legato mani e piedi” a Comuni e Regioni, almeno in parte. Infatti, è stata disposta la sospensione dell’efficacia delle leggi regionali e delle delibere comunali per la parte in cui prevedono aumenti dei tributi e delle maggiorazioni di loro competenza (quali, le addizionali all’Irpef, l’Irap, l’Imu, la Tasi), non solo se determinati da incrementi di aliquote o tariffe, ma anche quando discendono dall’eliminazione di agevolazioni, riduzioni o esenzioni.
Tuttavia, come tutte le regole che si rispettino, anche questa ha le sue brave eccezioni. Lo stop agli aumenti della pressione fiscale locale non riguarda: la tassa per la raccolta dei rifiuti (Tari); gli enti regionali in situazione di disavanzo sanitario, nei quali l’addizionale Irpef e le aliquote Irap aumentano automaticamente quando non si raggiungono gli obiettivi fissati dai piani di rientro; i Municipi che versano in pre-dissesto o in dissesto finanziario. Inoltre (ed è questa l’unica eccezione d’interesse in questa sede), i Comuni, con apposita delibera, potevano ribadire per il 2017 la maggiorazione della Tasi (fino allo 0,8 per mille), se già confermata per l’anno precedente e, comunque, in misura non superiore a quella in vigore nel 2015.
FISCO
Dichiarazione di successione: dal 2018 solo in via telematica (pag. 11)
Dal 1° gennaio del prossimo anno, la dichiarazione di successione andrà presentata esclusivamente per via telematica, tranne che in alcuni casi particolari. Il 31 dicembre, infatti, scade il periodo transitorio, iniziato lo scorso 23 gennaio (quando il Fisco ha attivato il servizio web per questo adempimento), durante il quale, per consentire di “assorbire” la novità e di familiarizzare con la procedura informatica, sono convissute le due diverse opportunità: o la presentazione cartacea del vecchio “modello 4” al competente ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate (quello in cui era l’ultima residenza della persona deceduta) o l’invio telematico attraverso i canali online dell’amministrazione finanziaria.
Chiunque possegga un computer connesso alla Rete e abbia una certa confidenza con quello strumento, può assolvere a tutte le incombenze fiscali relative a una dichiarazione di successione direttamente da casa: via Internet, è possibile compilare e trasmettere la denuncia, richiedere la voltura catastale degli immobili finiti in successione nonché calcolare e versare i tributi dovuti (eccezion fatta per l’imposta di successione) quando nell’asse ereditario sono presenti fabbricati e/o terreni (imposte ipotecaria, catastale, bollo, tassa ipotecaria e tributi speciali). Pertanto, non occorre più recarsi in banca per pagare i vari balzelli, poi alle Entrate per consegnare la dichiarazione e, infine, all’ufficio provinciale – Territorio per far modificare l’intestazione degli immobili.
Chi non ha dimestichezza con il computer, può rivolgersi ad un intermediario abilitato (Caf o professionista) ma, in tal caso, deve corrispondere un compenso per il servizio richiesto.
In questo numero: tutti i vantaggi dell’invio online, in quali casi c’è l’esonero, soggetti obbligati alla presentazione, termini e modalità di presentazione, com’è composto il nuovo modello: i quadri obbligatori e quelli eventuali.
LAVORO
“Bonus” ed altri incentivi per favorire l’occupazione (pag. 35)
L’occupazione sembra dare segni di risveglio. Quanto dipenda dalle politiche del lavoro e quanto dipenda da fattori più strutturali e globali è difficile a dirlo. Ciascun attore del mercato del lavoro attribuisce a sé il merito. Su un punto però tutti convergono: gli sgravi, fiscali e contributivi, alle assunzioni riescono sempre a dare una scossa al mercato del lavoro, più o meno significativa, in rapporto al loro grado di convenienza e alla semplicità di accesso.
Rispetto al primo aspetto, la legge di bilancio per il 2018 è pronta a sfornare un nuovo “bonus” contributivo per le assunzioni stabili di giovani. A decorrere dal 1° gennaio 2018, ai datori di lavoro del settore privato sarà concesso un nuovo incentivo ad assumere, pari al 50% dei contributi a carico azienda dovuti all’INPS, nel limite massimo di spesa annuo di 3.000 euro. La misura ha le caratteristiche degli “esoneri” contributivi introdotti negli anni 2015 e 2016 dalle rispettive leggi di bilancio. In questo numero le altre strade per ottenere sgravi che coesistono con i bonus vecchi e nuovi.
PREVIDENZA
Valutazione dei redditi per l’assegno sociale (pag. 37)
La vendita della casa di abitazione è reddito rilevante ai fini del diritto all’assegno sociale. L’ha precisato l’Inps in un recente messaggio (messaggio n. 4424/2017). Paradossalmente dunque, chi dovesse arrivare per necessità a vendere la propria casa potrebbe ritrovarsi a perdere il diritto alla pensione sociale. L’Inps ha precisato, inoltre, che agli arretrati di reddito si applica il criterio di “competenza” (quindi rilevano nell’anno e per l’anno ai quali si riferiscono); che l’assegno divorzile liquidato in unica soluzione rileva per l’anno d’erogazione; che tra i redditi non si esclude la rendita Inail eventualmente percepita dal coniuge. Ma andiamo con ordine.
PREVIDENZA
Reddito di inclusione: domande dal 1° dicembre (pag. 37)
La domanda di accesso al Rei (reddito d’inclusione), la nuova prestazione di contrasto alla povertà fruibile dal 1° gennaio 2018, può essere presentata dal 1° dicembre presso i comuni o altri punti di accesso, identificati dagli stessi comuni, con l’apposito modello predisposto dall’Inps e disponibile sul sito dello stesso Inps e sul sito del ministero del lavoro.
In questo numero gli importi e i requisiti per ottenere la prestazione.
PREVIDENZA
Inps: figli studenti e pensione superstiti (pag. 37)
l figlio che frequenta un corso di formazione professionale regionale ha titolo alla pensione del genitore passato a miglior vita fino a 21 anni d’età; se frequenta il conservatorio di musica fino a 26 anni. Le due precisazioni sono state fornite dall’Inps con il messaggio n. 4413/2017, con cui l’istituto di previdenza ha fornito chiarimenti sulla pensione ai superstiti alla luce delle ultime riforme in materia di istruzione e formazione.
FISCO
Stop alla Tari gonfiata (sono possibili rimborsi) (pag. 39)
La quota variabile per la tassa sui rifiuti va conteggiata una sola volta, in riferimento all’intera superficie dell’utenza domestica, anche in presenza di eventuali pertinenze dell’abitazione. Pertanto, se il Comune ha utilizzato una diversa modalità di calcolo, si può richiedere il rimborso di quanto pagato in più. Ciò, a partire dall’anno 2014, cioè da quando il tributo è stato istituito.
In questo numero la vicenda venuta alla luce a seguito di interrogazione parlamentare. Come ottenere il rimborso.
INSERTO
Le vie più brevi per ottenere la pensione
L’età canonica del pensionamento per le donne aumenterà dall’anno prossimo, per tutti dal 2019. Ma ci sono molte possibilità per lasciare il lavoro un po’ prima.
Nell’inserto di 40 pagine le molte eccezioni e deroghe a favore di diverse categorie di lavoratori, oltre all’Ape (sociale e volontaria).