SCUOLA (pag. 3)
Così la scuola di domani (per alunni e insegnanti)
Proprio poco prima della scadenza dei 180 giorni fissati dalla legge 107 del luglio 2015, quella della cosiddetta Buona Scuola, il Governo ha approvato i decreti delegati che riordinano gran parte del sistema scolastico. L’unico decreto non approvato è quello di un nuovo testo unico sulla scuola, in sostituzione di quello del 1994, che dovrebbe raccogliere tutte le norme del settore.
Il 17 gennaio i decreti sono stati trasmessi al Parlamento, che deve esprimere un parere (non vincolante) entro sessanta giorni e se il Parlamento non si pronuncia entro questo termine i decreti si intendono comunque approvati. I sindacati si sono lamentati per il fatto che i decreti sono stati definiti senza che loro siano stati interpellati. C’è quindi da prevedere che in Parlamento potranno essere proposte modifiche, che il Governo potrebbe accogliere. Sui decreti si deve poi pronunciare anche la Conferenza Stato-Regioni.
Una volta completato l’intero iter di approvazione, il Ministero della Pubblica istruzione dovrà emanare una nutrita serie di norme cosiddette secondarie, per rendere possibile l’attuazione dei singoli provvedimenti.
E’ realistico pensare che i tempi di entrata a regime del nuovo assetto non saranno brevi.
Il nuovo scenario scolastico proposto dal Governo interessa: il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni; la valutazione degli alunni e la riforma degli esami di stato; la formazione iniziale e l’accesso nei ruoli della scuola secondaria.
LAVORO (pag. 6)
Politiche attive sul lavoro, difficile avvio del Jobs Act
Il 2017 sarà anche ricordato per l’abbandono definitivo dell’istituto della “mobilità” e della relativa indennità economica che veniva riconosciuta dall’INPS ai lavoratori che incappavano in un licenziamento collettivo. Alla mobilità è subentrata prima l’ASpI (con la Riforma Fornero del 2012) e, successivamente, la NASpI (con il Jobs ACT del 2015). I due acronimi della nuova indennità di disoccupazione hanno lo stesso scopo: da una parte assicurano un’indennità a sostegno del reddito, la NASpI, che decresce sempre più nel tempo (nei primi tre mesi di disoccupazione pari al 75% della retribuzione persa, e si riduce del 3% al mese per i mesi successivi) e dall’altra prevedono un intervento (per ora sulla carta) da parte dello Stato per favorire la ricerca di un nuovo lavoro attraverso gli strumenti delle c.d. “politiche attive”.
LAVORO (pag. 7)
Agevolazioni ancora valide nel 2017 per dare lavoro ai giovani
Il bonus assunzioni generalizzato, in vigore negli 2015 (totale) e 2016 (parziale), non è stato confermato per il 2017. Tuttavia, sulla carta (e con scarsi finanziamenti), restano in vigore tre tipi di agevolazioni per chi assume giovani. Il primo incentivo, operativo su tutto il territorio nazionale, riconosce lo sgravio totale dei contributi dovuti all’Inps, fino all’importo massimo di 8.060 euro annui (4.030 in caso di assunzioni a termine), ai datori di lavoro che nel corso di quest’anno assumeranno giovani d’età compresa dai 16 ai 29 anni e iscritti alla Garanzia Giovani. Il secondo incentivo, di uguale misura del primo si applica in caso di assunzione di giovani d’età compresa dai 16 ai 24 anni e di soggetti con più di 24 anni d’età privi di impiego da 6 mesi opera limitatamente al Sud Italia, nelle Regioni c.d. “meno sviluppate” (Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Sicilia) e in quelle c.d. “in transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna). Il terzo incentivo, infine, è finalizzato alla stabilizzazione dei giovani che, durante l’impegno scolastico, hanno svolto periodi di alternanza scuola-lavoro o esperienze di apprendistato presso lo stesso datore di lavoro che adesso intende assumerli. Quest’ultimo incentivo, operativo per un periodo di tempo più lungo rispetto ai primi due (validi per il solo 2017), vale a dire dal 1° gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2018, consiste dello sgravio dei contributi Inps fino a un tetto massimo di 3.250 euro annui per la durata di tre anni. Ma per quest’anno sono stati stanziati soltanto 7,4 milioni di euro.
LAVORO (pag. 8)
Assunzioni per collocamento obbligatorio
I datori di lavoro del settore privato, che occupano un numero di dipendenti da 15 a 35, sono tenuti a fare un’assunzione «obbligatoria» di un disabile, entro il prossimo 1° marzo. L’adempimento deriva dalle nuove regole introdotte dalla riforma Jobs act, e in vigore dal 1° gennaio, che danno tempo 60 giorni per coprire, se non ancora fatto, la “quota di riserva” (cioè il numero di posti di lavoro che la legge riserva solo ai disabili) che per questi datori di lavoro è pari a 1. Per mettersi in regola, e non incappare in sanzioni, entro il 1° marzo devono fare l’assunzione nominativa del disabile; in mancanza, devono fare entro lo stesso termine richiesta numerica di assunzione di un disabile al collocamento. Se non fanno alcuna richiesta entro il 1° marzo, né nominativa né numerica, diventano soggetti alla sanzione di 153,20 euro giornalieri, finché non faranno l’assunzione del disabile. A precisarlo è l’Anpal (l’agenzia nata con la riforma Jobs act per curare le politiche sociali e occupazionali) nella nota prot. n. 454/2017.
SOCIETA’ (pag. 9)
La nuova offerta di prestazioni del servizio sanitario nazionale
Il 13 gennaio scorso il Presidente del Consiglio ha approvato il decreto sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria). In pratica viene aggiornato il il panorama delle prestazioni fornite dal Servizio Sanitario Nazionale. Nei 63 articoli del provvedimento vengono elencati le attività e i servizi (in parte nuovi, in parte già esistenti) erogati ai cittadini a titolo gratuito o previo pagamento del ticket sanitario, si riscrive l’elenco delle malattie che danno diritto all’esenzione e si precisano meglio le prestazioni fornite in termini di assistenza ospedaliera, specialistica ambulatoriale.
SOCIETA’ (pag. 11)
Unioni civili: tre decreti completano il “pacchetto”
Il Consiglio dei Ministri del 14 gennaio scorso ha approvato tre decreti legislativi che completano il “pacchetto” sulle unioni civili, anche se manca ancora una regolamentazione sull’adozione dei figli, come ricordato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, dal Presidente della Corte di Cassazione il 26 gennaio scorso. I provvedimenti sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 27 gennaio 2017).
Ricordiamo che la legge sulle unioni civili (Gazzetta Ufficiale 21 maggio 2016, n. 118) riconosce e regola per la prima volta in Italia le unioni delle coppie omosessuali, definendole, appunto, unioni civili. Si tratta di un istituto giuridico del tutto nuovo ma mancavano finora, come al solito, alcune direttive pratiche utili al suo funzionamento. Per questo motivo la stessa legge aveva delegato il Governo ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore (termine naturalmente non rispettato), uno o più decreti legislativi per: l’adeguamento delle norme dello stato civile (la tenuta dei registri relativi alle unioni civili); per modificare e riordinare le norme di diritto internazionale privato, in caso di unione civile fra un italiano ed uno straniero e/o il riconoscimento in Italia di matrimoni o unioni civili fra persone dello stesso sesso contratti all’estero; per coordinare le norme della legge sulle unioni civili con altre leggi o regolamenti esistenti.
In attesa dei decreti legislativi, la stessa legge aveva previsto anche che entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore il Presidente del Consiglio dei Ministri adottasse una sorta di “decreto ponte” per regolare le questioni pratiche più urgenti, relative soprattutto alle trascrizioni ed annotazioni sui registri civili. Molti comuni si erano attivati anche prima per consentire al nuovo istituto di cominciare, comunque, a funzionare. Il solito caos all’italiana.
FISCO (pag. 13)
Più sconti su casa e lavoro nel modello 730 di quest’anno
Gennaio è il mese durante il quale l’amministrazione finanziaria, per espressa previsione normativa, è tenuta a predisporre e pubblicare tutta la modulistica necessaria per gli adempimenti dichiarativi che i contribuenti sono chiamati ad effettuare nel corso dell’anno in riferimento al periodo d’imposta precedente. E così, tra gli altri, con provvedimento dello scorso 16 gennaio, l’Agenzia delle entrate ha approvato in via definitiva il modello 730/2017 per la dichiarazione dei redditi 2016 di lavoratori dipendenti e pensionati, ora consultabile e scaricabile dal sito internet della stessa agenzia fiscale.
Come consueto, non mancano le novità rispetto all’anno passato, naturale conseguenza delle numerose e ripetute “attenzioni” che il legislatore sempre riserva alla materia tributaria.
Una delle più rilevanti è, senza dubbio, lo spostamento in avanti del termine di presentazione, esclusivamente, però, nei confronti dei contribuenti “fai-da-te”, cioè quelli che trasmetteranno da soli, senza rivolgersi ad alcun intermediario, il modello precompilato che il Fisco renderà disponibile dal prossimo 15 aprile. Per utilizzare il modello precompilato – lo ricordiamo – il contribuente dovrà accedere, tramite PIN personale, ad un’apposita area riservata sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it.
L’operazione potrà essere effettuata fino al 23 luglio, termine che quest’anno, cadendo di domenica, slitta automaticamente a lunedì 24. Ciò, ovviamente, non renderà possibile incassare l’eventuale rimborso risultante dalla liquidazione del modello assieme alla retribuzione del mese di luglio, come invece accadeva prima.
Per gli altri contribuenti – sia quelli che, per la dichiarazione precompilata, si rivolgono al proprio sostituto d’imposta oppure a un Centro di assistenza fiscale o a un professionista abilitato sia quelli che “ignorano” il modello predisposto dall’Agenzia delle entrate e presentano il 730 ordinario – la scadenza resta ferma al 7 luglio.
Leggi illustrate, nel numero di aprile, offrirà ai lettori il consueto inserto “Compiliamo insieme il modello 730”, la guida pratica di accompagnamento, rigo per rigo, verso il corretto assolvimento dell’obbligo dichiarativo. In questo numero di “leggi illustrate”, proponiamo una carrellata delle principali novità normative che hanno trovato spazio nel modello 730/2017.
FISCO (pag. 35)
Modello 730 precompilato: le voci presenti
Il 2017 è il terzo anno di vita del 730 precompilato che, evidentemente, dovrebbe risultare ancor più completo rispetto alla passata stagione. Infatti, in aggiunta ai soggetti già obbligati negli anni 2015 e/o 2016 (istituti bancari, compagnie assicuratrici, enti previdenziali, università, agenzie di pompe funebri), da quest’anno anche psicologi, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, ottici, parafarmacie e veterinari sono stati chiamati a trasmettere, entro il 31 gennaio, i dati delle spese sanitarie sostenute dai contribuenti nel corso dell’anno precedente (per il 2017, è subentrata una mini proroga di nove giorni, c’è tempo fino al 9 febbraio). Entro fine mese, poi, toccherà agli amministratori di condominio trasmettere i dati 2016 relativi agli interventi di riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio edilizio effettuati sulle parti comuni degli edifici e quelli riferiti ai correlati acquisti di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredo di locali condominiali; infine, ugualmente per il 28 febbraio, gli enti per il diritto allo studio dovranno comunicare i rimborsi di spese universitarie erogati lo scorso anno.
Tutte queste informazioni si aggiungeranno a quelle già presenti sin dal primo anno di sperimentazione della precompilata (bonus ristrutturazioni ed ecobonus derivanti dalla dichiarazione dell’anno precedente, interessi passivi sui mutui ipotecari, premi assicurativi, contributi previdenziali, inclusi quelli versati per i lavoratori domestici) ovvero dal secondo (previdenza complementare, spese funebri, universitarie e, in parte, quelle mediche); saranno finalmente presenti anche le spese per l’acquisto di medicinali, già attese nella dichiarazione dello scorso anno ma, in realtà, risultate in massima parte assenti per ritardi nelle comunicazioni.
Insomma, è sempre più probabile che la dichiarazione “apparecchiata” dall’Agenzia delle entrate possa essere accettata sic et simpliciter, senza la necessità di apportare modifiche, con effetti positivi per il contribuente in materia di controlli.
LAVORO (pag. 36)
Responsabilità solidale negli appalti. Referendum per abrogare la legge Fornero
In primavera gli italiani torneranno ad esprimere la loro opinione in un referendum abrogativo. La Corte Costituzionale, infatti, lo scorso 11 gennaio ha ammesso il referendum, promosso dalla Cgil sul tema della cosiddetta responsabilità solidale negli appalti. Il quesito proposto dal sindacato guidato da Susanna Camusso propone di cancellare le novità in materia introdotte dalla cosiddetta legge Fornero (dal nome del ministro allora proponente Elsa Fornero), la numero 92 del 2012 che ha modificato il decreto legislativo n. 276 del 2003.
Il quesito mira ad eliminare i due elementi di novità introdotti dalla legge Fornero. Infatti, la domanda oggetto del referendum chiede agli italiani aventi diritto al voto se siano favorevoli ad abrogare – e, dunque, ad eliminare dal nostro ordinamento giuridico – innanzitutto la disposizione che consente ai contratti collettivi nazionali di derogare alla normativa in materia di solidarietà negli appalti attraverso l’individuazione di diverse soluzioni. In secondo luogo – e soprattutto – il referendum si propone di cancellare la regola della preventiva escussione dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori rispetto al committente.
LAVORO (pag. 37)
La nuova certificazione unica: obblighi del sostituto d’imposta
I datori di lavoro e i lavoratori, probabilmente, non si sono ancora abituati all’acronimo CU, ed in ogni occasione è sempre necessario specificare meglio dicendo “ex CUD”. Quando diciamo CUD tutti sanno a cosa ci si riferisce.
Tuttavia, la CU (ossia la “Certificazione Unica”) rappresenta un passaggio dichiarativo, ai fini tributari, ben diverso dal CUD.
La CU ha inglobato in sé una larga parte del modello 770 Semplificato. Questo modello – lo ricordiamo – è la dichiarazione annuale che i datori di lavoro presentano al Fisco a luglio con i dati riassuntivi di quanto pagato nell’anno precedente, a dipendenti e collaboratori per retribuzioni, oneri previdenziali, ecc. La CU è diventata una dichiarazione telematica con un termine perentorio e riguarda anche i compensi erogati ai lavoratori autonomi soggetti a ritenuta.
Il termine di consegna della CU ai lavoratori è stato spostato al 31 marzo 2017 (lo scorso anno era al 28 febbraio), mentre resta fermo al 7 marzo 2017 il termine per l’invio telematico all’Agenzia delle Entrate. Entrambi gli adempimenti sono a carico dei datori di lavoro. In questo numero un panorama delle novità.
PREVIDENZA (pag. 41)
Posizione contributiva in chiaro per due milioni di lavoratori
Un altro passo avanti verso la previdenza in chiaro. Sono ora circa 2 milioni (su circa 18 milioni) i lavoratori ammessi alla consultazione del cosiddetto “Estratto Conto Integrato” (ECI), cioè che possono, consultando un apposito casellario, controllare la propria posizione assicurativa presso il proprio ente di previdenza. A renderlo noto è stato lo stesso istituto di previdenza nella circolare n. 4/2017, illustrando le modalità di accesso e di lettura del rendiconto contributivo personale.
PREVIDENZA (pag. 41)
Corte Costituzionale e blocco pensioni: no dell’Inps alla richiesta di arretrati
“Gentile Sig./ra – Gentile Avv., in riscontro alla Sua richiesta di rivalutazione del trattamento pensionistico in godimento per gli anni dal 2012 al 2015 a seguito della sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale, si comunica che la stessa non può essere accolta in quanto l’Istituto ha già pienamente adempiuto, dando puntuale esecuzione alle previsioni contenute nel DL n. 65/2015 convertito in legge n. 109/2015 che disciplinano la materia”. È con questa brevissima lettera, in spedizione in questi giorni, che l’Inps sbatte la porta in faccia ai pensionati che chiedono l’applicazione integrale e piena della sentenza n. 70/2015 della Corte costituzionale. La questione riguarda la mancata rivalutazione delle pensioni per gli anni dal 2012 al 2015 stabilita – si ricorderà – dal decreto “Salva Italia”. Un blocco che riguardava solo gli anni 2012 e 2013 e le pensioni oltre 1.217 euro netti, poi dichiarato illegittimo dalla corte costituzionale con la citata sentenza n. 70/2015. In poche parole, l’Inps dice che non può riconoscere alcun arretrato, perché la questione è stata (ri)disciplinata dal decreto legge n. 65/2015 che ha “recepito” i principi della corte costituzionale, riconoscendo la rivalutazione in misura ridotta, ma a cui l’Inps si è dovuto conseguentemente adeguare. A renderlo noto è stato lo stesso ente di previdenza nel messaggio n. 53/2017.
INSERTO
Dichiarazione Iva annuale (modello base)
In un inserto di 40 pagine la guida alla dichiarazione annuale Iva. Quest’anno va effettuata entro il 28 febbraio. Il dovuto va pagato entro il 16 marzo. Modello ordinario e modello base.