PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (pag. 3)
Licenziamento rapido per gli assenteisti
Lavoro pubblico sotto i riflettori. La riforma Madia della pubblica amministrazione, la cui architettura è stata disegnata un anno fa dalla legge-delega 7 agosto 2015, n. 124, sta sfornando i decreti legislativi (cioè attuativi) in ordine sparso. Dei 10 schemi di provvedimento (si trattava, in pratica, soltanto di bozze) approvati dal Consiglio dei Ministri il 20 gennaio 2016, i primi 4 sono giunti al traguardo nelle settimane scorse (quello sulla trasparenza e sul diritto di accesso ai dati e ai documenti in possesso delle pubbliche amministrazioni; quello sulla semplificazione della procedura di segnalazione di inizio di attività certificata; quello sullo snellimento e sull’accorciamento dei tempi delle conferenze dei servizi; quello sul licenziamento rapido per gli assenteisti della p.a.), mentre gli altri 6 (società partecipate, servizi locali, dirigenza sanitaria, agenda digitale, riordino delle forze di polizia e riordino delle autorità portuali) concluderanno il loro percorso entro l’estate.
Il decreto sui licenziamenti disciplinari per falsa attestazione della presenza in servizio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 giugno 2016 ed entra in vigore dal 13 luglio.
I contenuti del provvedimenti: che c’è di nuovo e… di vecchio.
LAVORO (pag. 5)
Incentivo assunzione disabili: operativa la nuova legge
Costo del lavoro ridotto se si assumono persone con disabilità. Con decorrenza 1° gennaio 2016, infatti, è riconosciuto un incentivo economico d’importo fino al 70 per cento della retribuzione fruibile, mediante conguaglio con i contributi da versare all’Inps. L’incentivo, che spetta a tutti i datori di lavoro, inclusi gli studi professionali, è stato introdotto dalla riforma Jobs act e reso operativo dall’Inps con la circolare n. 99 del 13 giugno 2016.
AMMINISTRAZIONE (pag. 5)
Scia: modello standard e ambito di applicazione
Procedure e tempistiche uniformi, rafforzate da un divieto esplicito per le pubbliche amministrazioni di fare ulteriori richieste rispetto a quelle previste dal modello standard.
E’ quanto prevede il primo dei decreti legislativi attuativi della legge n. 124 del 2015 (cosiddetta riforma Madia della pubblica amministrazione) che ha delegato il Governo ad adottare, fra gli altri, anche uno o più provvedimenti per la precisa individuazione dei procedimenti oggetto di segnalazione certificata di inizio attività (Scia) ovvero di quelli per i quali è necessaria l’autorizzazione espressa o, ancora, di quelli per i quali è sufficiente una comunicazione preventiva.
Al legislatore delegato, la legge n. 124 richiedeva anche l’introduzione di una disciplina specifica della Scia. E ciò è avvenuto appunto con il decreto appena varato, il quale, tra l’altro, ha previsto l’adozione, da parte delle amministrazioni pubbliche, di moduli unificati e standardizzati che definiscano esaustivamente ciò che i privati devono presentare o allegare.
Un altro tassello interessa solo indirettamente i cittadini: la modifica della conferenza dei servizi.
FISCO (pag. 7)
Tasse non pagate: minisanzione per chi rimedia in fretta
A partire dal 2015, la disciplina del ravvedimento operoso è stata profondamente modificata: ne sono stati ampliati sia i termini entro i quali è consentito avvalersene sia l’applicabilità, ossia le condizioni in cui è possibile farvi ricorso. L’obiettivo del legislatore è incentivare la cosiddetta tax compliance, ossia il livello di adesione spontanea dei contribuenti agli obblighi fiscali, favorendo in tal modo l’emersione di base imponibile e, di conseguenza, la crescita del gettito tributario.
Alle modifiche apportate alla disciplina del ravvedimento operoso dalla legge di stabilità per il 2015 si sono aggiunte le novità arrivate con il decreto legislativo n. 158/2015, che ha revisionato il sistema sanzionatorio, anche amministrativo. La loro decorrenza, inizialmente prevista dal 1° gennaio 2017, è stata poi anticipata di un anno dalla legge di stabilità 2016, entrando quindi in vigore dal 1° gennaio di quest’anno. Tuttavia, in applicazione del principio del favor rei, valgono, se più vantaggiose per il contribuente, anche in riferimento alle violazioni commesse precedentemente, sempre che le stesse non siano state ancora sanzionate con provvedimento divenuto definitivo.
LAVORO (pag. 35)
Nuovo codice degli appalti: ancora molte regole da definire
I risultati positivi forse si vedranno prossimamente, ma per il momento il nuovo codice degli appalti – entrato in vigore il 19 aprile scorso con il decreto legislativo numero 50 del 2016 – sta creando un effetto paralisi senza precedenti. Pesa, in particolare, la mancata regolamentazione di una fase transitoria che avrebbe dato un po’ di certezze alle pubbliche amministrazioni appaltanti nella complessa fase di passaggio da una normativa all’altra. Nella difficoltà e nell’incertezza tutte le stazioni appaltanti – da quelle più grandi a quelle più piccole – hanno infatti scelto di optare per l’immobilismo con grave danno per le imprese grandi e medio piccole, ma soprattutto per il lavoro. Una forte ripresa dell’occupazione – è stato detto più volte – è legata ad un effettivo rilancio delle opere pubbliche.
Ora i riflettori sono puntati sull’Anac, l’Autorità Anticorruzione. Le disposizioni contenute nel nuovo codice saranno, infatti, attuate e interpretate attraverso il nuovo strumento, appannaggio dell’ANAC: le Linee Guida, che nei paesi anglosassoni vengono definite come un provvedimento di “soft law”. Consistono nel potere attribuito all’Autorità Anticorruzione di dettare norme di regolazione flessibili e operative cui attenersi nel dare attuazione a quanto disposto dal nuovo codice. L’iter di approvazione da parte dell’Authority guidata da Cantone è cominciato subito dopo l’approvazione della nuova legge sugli appalti.
LAVORO (pag. 37)
Detassazione dei premi di risultato. Contrattazione… per pochi spiccioli
Dopo un anno sabbatico (il 2015), la detassazione ritorna in pista per operare sulle quote di retribuzione erogate dal 1° gennaio 2016 per il cosiddetto incremento della produttività. La nuova disciplina era stata introdotta dalla legge di Stabilità di 2016 (art. 1, commi 182-190, della legge n. 208/2015). Il decreto attuativo porta la data del 25 marzo 2016, ma è stato pubblicato soltanto il 16 maggio 2016. Chiarimenti, infine, sono arrivati a firma congiunta dai ministero del lavoro e dall’agenzia delle entrate, nella circolare n. 28/E/2016 del 15 giugno scorso.
Le misure fiscali di favore ai lavoratori dipendenti sono previste per due fini specifici: incentivare la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del lavoro e sostenere lo sviluppo del welfare aziendale (per welfare aziendale s’intende l’iniziativa dell’azienda di erogare servizi e rimborsi spese ai propri dipendenti, i cd “benefit” quali, ad esempio, buoni pasto, rimborso spese scolastiche, spese sanitarie, ecc.).
PREVIDENZA (pag. 39)
Assegno al nucleo familiare: limite di reddito invariati nel 2016
Invariati i limiti di reddito per il diritto all’assegno per il nucleo familiare. Il tasso d’inflazione Istat negativo (– 0,1%), infatti, non aumenta gli scaglioni di reddito che servono a verificare se spetta o meno l’assegno erogato dall’Inps. Ciò non toglie, però, la necessità di un controllo: fermi restando i limiti (invariati), i lavoratori devono comunque fare la domanda al proprio datore di lavoro per indicare il proprio reddito prodotto nell’anno 2015, sulla base del quale appurare se è sufficiente a conservare o a maturare il diritto all’assegno, nonché il relativo importo spettante per il periodo dal 1° luglio al 30 giugno 2017. Sono interessate le categorie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, nonché degli iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps (co.co.co.). Come di consueto l’Inps ha pubblicato le tabelle di riferimento (circolare n. 92/2016), che sono le stesse dello scorso anno (circolare n. 109/2015).
INSERTO
Gli strumenti per difendersi dal Fisco
Ogni anno diversi milioni di cittadini sono chiamati a districarsi tra controlli fiscali e contenziosi con Equitalia e Agenzia delle Entrate – Si va dal semplice avviso bonario, al controllo documentale della dichiarazione, passando per i controlli sostanziali veri e propri come il redditometro o gli studi di settore – Non tutti sanno, però, che buona parte di questi controlli sono viziati da un errore e possono essere annullati con una semplice richiesta di autotutela oppure con un reclamo – Altre questioni più controverse possono essere chiuse direttamente in contraddittorio con l’ufficio del Fisco, anche in mediazione, o davanti al giudice tributario – L’ultima trovata del Fisco per farsi pagare: le cartelle “amiche” di Equitalia.