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Leggi Illustrate N. 398

15 Febbraio 2016
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Leggi Illustrate N. 398
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FISCO (pag. 3)

Semplificazioni tributarie: chiarimenti del fisco

Ad un mese dall’emanazione del primo decreto attuativo della riforma fiscale (DLGS n. 175/2014, c.d. “decreto semplificazioni”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 novembre scorso, l’Agenzia delle entrate è intervenuta con due corpose circolari, emanate entrambe alla vigilia di S. Silvestro (il 30 dicembre 2014), per illustrare le novità normative e fornire i primi chiarimenti.

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La circolare n. 31/E si è occupata un po’ di tutte le disposizioni contenute nel provvedimento di legge, tranne che delle novità sui rimborsi IVA (oggetto della circolare n. 32/E) e della disciplina del 730 precompilato che – annuncia il Fisco – verrà esaminata in un ulteriore successivo documento.

In questo numero spiegate le parti più interessanti delle circolari.

FISCO (pag. 6)

Pubblica amministrazione: i fornitori non incassano più l’IVA

 Dal 1° gennaio di quest’anno, secondo quanto previsto dall’ultima legge di stabilità (articolo 1, comma 629, della legge n. 190/2014), le pubbliche amministrazioni che acquistano beni e servizi), non devono più pagare ai fornitori l’imposta da questi addebitata in fattura, ma devono versarla direttamente all’erario.

Il meccanismo è stato definito “split payment”, ossia scissione dei pagamenti, in quanto comporta, per gli enti pubblici, l’obbligo di suddividere in due distinti pagamenti il saldo delle fatture: uno a favore del fornitore per il corrispettivo della cessione o prestazione, l’altro a favore delle casse statali per l’importo della relativa IVA.

La misura è stata introdotta con la dichiarata finalità di contrastare la cosiddetta evasione da riscossione. In particolare, il compito di versare il tributo è stato attribuito non a chi effettua la prestazione, come avviene nella generalità dei casi, ma a chi la riceve; nello specifico, l’adempimento è affidato direttamente agli enti pubblici acquirenti/committenti, per non correre più il rischio che l’imposta, finita nella disponibilità del fornitore, possa non finire nelle casse statali. Sono infatti assai diffuse, con pesanti conseguenze sul gettito fiscale, le cosiddette “frodi carosello”, basate sulla figura del missing trader, ossia il soggetto fittizio creato esclusivamente per realizzare scambi commerciali e incassare l’imposta senza riversarla allo Stato, “scomparendo” rapidamente, prima che l’Amministrazione finanziaria riesca ad attivare gli opportuni controlli.

FISCO (pag. 7)

Modello 730: molte novità nel 2015

 Entro il 15 aprile prossimo, l’Agenzia delle entrate metterà on line, sul proprio sito internet, a disposizione di ciascun contribuente potenzialmente interessato alla presentazione del modello 730 (pensionati, lavoratori dipendenti e assimilati), una dichiarazione già compilata. Sarebbe, in verità, più vicino al vero parlare di bozza precompilata. Infatti i dati che si troveranno inseriti sono soltanto quelli attualmente recuperabili dall’Amministrazione finanziaria in maniera automatica: i redditi risultanti dalle Certificazioni uniche (l’ex modello CUD) trasmesse dai sostituti d’imposta; gli oneri deducibili/detraibili che possono essere riconosciuti in base alle informazioni trasmesse da banche, compagnie di assicurazione ed enti previdenziali (quindi, interessi passivi su mutuo ipotecario, premi per polizze vita e contro gli infortuni, contributi previdenziali), e in base a dati presenti in precedenti dichiarazioni, come nel caso delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie o per risparmio energetico, fruibili in più anni; i versamenti effettuati; le eventuali eccedenze risultanti dalla dichiarazione dello scorso anno.

Pochi avranno la fortuna di poter semplicemente confermare la “proposta”; sono tante le informazioni necessarie alla corretta e completa compilazione della dichiarazione che il Fisco non può sapere e non acquisisce in via automatica. La stragrande maggioranza dei contribuenti avrà la necessità di apportare integrazioni e/o modifiche.

Nessuna paura, comunque, per chi è “refrattario” ai cambiamenti e per chi, non avendo dimestichezza con gli strumenti informatici, non vuole necessariamente rivolgersi a un CAF o a un intermediario per recuperare la “precompilata” approntata dall’Amministrazione. Non esiste alcun obbligo di andare a visionarla né, tanto meno, di darle seguito. Insomma, la si può ignorare del tutto, rimanendone completamente al di fuori. In alternativa alla precompilata, infatti, è possibile continuare a presentare la dichiarazione dei redditi secondo tradizione, compilando cioè gli ordinari modelli 730 o Unico Persone fisiche.

Novità, poi, quest’anno, sui termini di presentazione del 730: la scadenza, tanto per il precompilato quanto per quello “tradizionale”, è fissata al 7 luglio; scompaiono, quindi, i vecchi appuntamenti del 30 aprile, per la consegna del modello al proprio sostituto d’imposta, e del 31 maggio, per la presentazione ad un Caf o ad un professionista abilitato.

Di conseguenza, “leggi illustrate” sposta al numero di aprile il consueto inserto “Compiliamo insieme il modello 730”, la guida pratica per accompagnarvi, rigo per rigo, verso il corretto assolvimento dell’obbligo dichiarativo. Nel frattempo, in attesa che l’Amministrazione finanziaria fornisca chiarimenti e precisazioni in merito alle rilevanti modifiche normative intervenute, per cominciare a prendere confidenza con il nuovo modello 730/2015 appena “sfornato” dall’Agenzia delle entrate, in questo numero illustriamo le principali novità, frutto dei più recenti interventi legislativi.

FISCO (pag. 9)

Comunicazione dei dati IVA 2014

 Entro il 2 marzo (scadenza prorogata perché il 28 febbraio è sabato) i contribuenti titolari di partita IVA devono presentare la Comunicazione dei dati IVA (cioè soltanto l’ammontare delle operazioni attive e passive).

Diciamo subito che dal prossimo anno questo adempimento verrà soppresso (grazie alle novità contenute nella Legge di stabilità 2015) e, dunque, questa sarà l’ultima volta che i contribuenti presentano questo modello.

E’ bene ricordare che si tratta di una comunicazione di dati e notizie con la quale il contribuente non determina in via definitiva l’Iva a credito o a debito del 2014. Per questo, dovrà sempre compilare e presentare la tradizionale dichiarazione annuale IVA. Rispetto all’anno scorso il Modello non presenta novità.

FISCO e LAVORO (pag. 11)

“Certificazione unica” dei redditi da lavoro

 Debutta quest’anno la Certificazione Unica dei redditi di lavoro, con tanto di obbligo di presentazione telematica e corredo sanzionatorio. È una delle più rilevanti novità che interessano le dichiarazioni dei redditi del 2015. La nuova certificazione manda in pensione il vecchio modello CUD e attrae nella sua sfera di applicazione anche i redditi di lavoro autonomo, fino allo scorso anno certificati dal datore di lavoro in forma libera e senza l’obbligo della trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate. La mancanza di un termine perentorio di scadenza, peraltro, aveva portato i sostituti d’imposta tenuti all’emissione delle certificazioni a prendersela comoda con riguardo alla consegna dei modelli ai lavoratori, a tal punto che, specialmente per le certificazioni delle ritenute d’acconto agli autonomi, si arrivava a rilasciare il documento anche a ridosso della scadenza del modello UNICO. Ora, invece, l’obbligo della trasmissione telematica, unitamente alla minaccia sanzionatoria, impone una scaletta di lavoro non più modulabile nel tempo.

Approfondimento sulle novità.

IMMOBILI (pag. 14)

 Affitto con riscatto: nuovo tipo di contratto

Sono arrivate le prime indicazioni per l’applicazione pratica dell’affitto con riscatto, meglio noto come “rent to buy”. L’iniziativa è del Notariato che ha preparato oltreché uno schema di modello contrattuale, anche un vademecum in cui sono spiegati i vantaggi e gli svantaggi sia per il venditore, sia per l’acquirente, nonché le tutele previste dalla legge.

Il rent to buy è una fattispecie contrattuale, disciplinata dall’art. 23 del decreto Sblocca Italia (d.l. 133/2014, come convertito dalla legge n. 164/2014), attraverso la quale viene assicurato a chi ha intenzione di acquistare un immobile, la possibilità di conseguirne da subito il godimento, con pagamento di un canone periodico e di rinviare ad un momento successivo l’acquisto vero e proprio con il versamento del relativo prezzo; prezzo, dal quale dovranno essere scomputati, in tutto o in parte, i canoni pagati in precedenza.

LAVORO (pag. 15)

La riforma degli appalti deve entrare in vigore nel 2016

 E’ cominciato a gennaio scorso, il cammino parlamentare della riforma degli appalti pubblici. Nelle intenzioni del Governo questo percorso dovrà portare nell’arco dell’anno all’approvazione di una nuova normativa completamente sostitutiva di quella attuale contenuta nel Codice dei Contratti Pubblici, il famoso decreto legislativo numero 163 del 2006.

C’è da augurarsi che il nuovo testo – denominato ufficialmente “Codice dei contratti e delle concessioni pubbliche” –sia più semplice e comprensibile rispetto a quello applicato attualmente. La semplificazione del sistema degli appalti pubblici passerà anzitutto attraverso una drastica riduzione del numero delle disposizioni. A fronte degli attuali oltre seicento articoli tra le disposizioni del codice e quelle del suo regolamento d’attuazione (il D.P.R. numero 207 del 2010), la nuova disciplina non dovrebbe infatti superare le 200 norme in tutto.

I contenuti della riforma in cantiere, che dovrebbe entrare in vigore entro il 2016, in applicazione di una direttiva comunitaria.

PREVIDENZA (pag. 33)

 Invalidi civili: rivalutazione delle prestazioni nel 2015

Rivalutate le prestazioni agli invalidi civili. Come per le pensioni, infatti, una “perequazione” è prevista anche per le prestazioni di invalidi, ciechi e sordomuti (pensioni, assegni, indennità, ecc.): un’operazione cioè di rivalutazione degli importi, al fine di mantenere stabile il potere di acquisto. A differenza delle pensioni, però, l’indice usato per la rivalutazione delle prestazioni degli invalidi non è unico e non è rappresentato dal tasso d’inflazione annuale dell’Istat, ma da un indice d’inflazione programmato come spiega nei dettagli l’Inps nella prima circolare di quest’anno (la n. 1/2015), relativa proprio alla rivalutazione delle pensioni per l’anno 2015 e di cui ci occupiamo in questo numero.

PUBBLICO IMPIEGO (pag. 36)

 Semplificazioni: la sfida (impossibile)?

 Se c’è una cosa che non fa difetto neppure all’attuale governo è la capacità di martellare l’opinione pubblica sulla necessità di semplificare la burocrazia  per rendere più facile la vita a cittadini e imprese.

Eppure, malgrado la miriade di disposizioni approvate (più spesso, in verità, solo annunciate) nel corso degli anni per velocizzare l’attività amministrativa ed alleggerire il carico degli adempimenti che gravano su cittadini e imprese, la macchina pubblica appare ancora lenta, ridondante e, soprattutto, mal  coordinata.

Il problema è accentuato dalla stratificazione dei livelli decisionali, che in Italia storicamente faticano a dialogare fra loro anche a causa dei condizionamenti imposti dalle logiche – spesso contraddittorie – della politica nazionale e locale. Per questo il governo Renzi ha scelto di puntare su un migliore coordinamento dei momenti decisionali tra centro e periferia per rendere effettivamente operativi i piani e i programmi per la semplificazione amministrativa.

I contenuti dell’agenda del Governo Renzi.

INSERTO

Dichiarazione annuale dell’IVA

 Nell’inserto una guida alla compilazione della dichiarazione annuale. Chi deve pagare dovrà farlo entro il 15 marzo.

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