FISCO (pag. 3)
Legge di stabilità 2015
36 miliardi di euro: questa la cifra degli interventi contenuti nel disegno di legge di stabilità 2015, varato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre, ma presentato in Parlamento per intraprendere l’iter di conversione soltanto il 23 ottobre, a seguito delle limature e degli aggiustamenti resisi necessari per ottenere il via libera della Ragioneria dello Stato e il via libera dal presidente Napolitano.
Tra le misure fiscali previste: bonus IRPEF di 80 euro a regime; detrazioni super per ristrutturazioni e risparmio energetico anche nel 2015; nuovo regime forfettario per le piccole iniziative imprenditoriali; nuova strategia anti evasione; bonus ricerca e sviluppo; riduzione crediti d’imposta; aumento tassazione su fondi pensione e TFR. E’ stata riproposta anche, per l’ennesima volta (il debutto risale al 2001), la disposizione che consente di rivalutare il costo o valore di acquisto dei terreni e delle partecipazioni non quotate, pagando un’imposta sostitutiva del 2% sulle partecipazioni non qualificate e del 4% su quelle qualificate e sui terreni. Scatta un nuovo prelievo fiscale sulle polizze vita.
PUBBLICO IMPIEGO (pag. 9)
Legge di stabilità 2015
Il reperimento di quasi la metà delle risorse necessarie per attuare i contenuti del disegno di legge di stabilità è stato affidato alla cosiddetta “spending review”. Dovrebbe produrre complessivamente nel 2015 circa 15 miliardi di euro di risparmi di spesa: un risultato in fondo non molto diverso da quello ipotizzato da Cottarelli nel suo famoso piano presentato nel marzo scorso.
Forte il contributo che dovrebbe arrivare dalla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni; nuovi tagli nel pubblico impiego; tagli robusti soprattutto al Ministero della Difesa; tagli anche a Regioni, Province e Comuni. Per la scuola per ora di positivo, al momento, è solo previsto uno stanziamento di un miliardo per il 2015 e di tre miliardi di euro a decorrere dal 2016 per la realizzazione di un piano straordinario di assunzione di tutti i 150.000 docenti inclusi nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e per il potenziamento delle esperienze lavorative degli alunni prima della conclusione degli studi.
PREVIDENZA (pag. 12)
Assunzioni con incentivi
Relativamente alle assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2015, va in soffitta l’incentivo contributivo della legge n. 407/1990 (tre anni di sgravio contributivo al 50% sulle assunzioni di disoccupati di lunga durata, ovvero del 100% al Sud e alle imprese artigiane), ma sarà applicabile un nuovo sgravio totale Inps per la durata di 36 mesi, per i lavoratori non occupati da almeno sei mesi. Il nuovo beneficio è limitato all’importo annuo di 8.060 euro. A prevederlo è il disegno di legge di Stabilità per il 2015 (art. 13).
PREVIDENZA (pag. 13)
Liquidazione in busta paga
Dal prossimo anno i lavoratori dipendenti – secondo quanto prevede il disegno di legge di stabilità – potranno decidere di ricevere il trattamento di fine rapporto lavoro, il Tfr, mensilmente in busta paga anziché a fine carriera (come “buonuscita”). La scelta sarà possibile solamente ai dipendenti del settore privato (sono esclusi gli impiegati pubblici) e riguarderà solo il Tfr ancora da maturare (da marzo 2015 a giugno 2018). La scelta, una volta fatta, è irrevocabile. Perciò chi deciderà di intascare mensilmente le quote di Tfr, poi non potrà avere ripensamenti: fatta la scelta, non potrà più revocarla fino a giugno 2018. La scelta sarà possibile anche a chi abbia già destinato il Tfr a fondo pensione. In tal caso si tratterà dunque di uno scambio: rinuncia ad investire il Tfr in vista di una pensione integrativa a favore di un “supplemento” (il Tfr) in busta paga.
Sulle quote di Tfr che finiranno in busta paga (si chiameranno Pir, acronimo di “parte integrativa di retribuzione”), i lavoratori pagheranno le tasse in misura ordinaria.
LAVORO (pag. 15)
Parte “Garanzia giovani”
E’ a regime il “Programma Garanzia Giovani”. Si tratta di un’iniziativa dell’Unione Europea a favore dell’occupazione giovanile, dalla stessa cofinanziata attraverso il Fondo Sociale Europeo (rif. Decisione C(2014)4969 del 11/07/2014). Il decreto ministeriale attuativo e le istruzioni operative dell’INPS (circolare del 3/10/2014, n. 118) sono ora disponibili e dunque nasce una ulteriore opportunità per le imprese che intendono assumere giovani attraverso contratti incentivati. Questa volta, sono peraltro già disponibili gli stanziamenti che sosterranno il progetto, nella misura complessiva pari a 1,5 miliardi di euro. Il meccanismo per ottenere gli incentivi.
LAVORO (pag. 33)
Jobs act: un passo avanti
L’8 ottobre scorso il disegno di legge sul lavoro (jobs act) ha fatto un altro passo in avanti: è stato approvato dal Senato ed è passato all’esame della Camera. In sede di votazione del provvedimento verrà posta la questione di “fiducia”. In tal caso, il testo commentato in questo numero potrebbe costituire anche la versione definitiva della legge che confluirà in Gazzetta Ufficiale.
Si tratta tuttavia di una legge “delega” che, per sua natura, non potrà esplicare effetti immediati: la legge che ne uscirà, in pratica, delegherà il Governo a formulare una serie di decreti c.d. “delegati” (ovvero decreti legislativi) necessari per la sua concreta attuazione. In ogni caso, tali decreti delegati dovranno attenersi rigidamente alle indicazioni poste dalla legge delega, secondo uno schema di principi e criteri direttivi che vincoleranno il Governo nella stesura delle norme attuative, pena il rigetto del decreto delegato.
LAVORO (pag. 34)
Appalti chiari e trasparenti
Ci sono volute due consultazioni pubbliche e oltre quindici mesi di tempo ma alla fine il risultato è arrivato. L’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione (che ha assorbito poteri e funzioni dell’ormai soppressa AVCP) ha pubblicato sul sito (www.anac.it) lo scorso 14 ottobre il modello standard per l’affidamento dei lavori pubblici. Si tratta di un’importante novità che va nella direzione di limitare la discrezionalità delle pubbliche amministrazioni e che ha l’ambizioso obiettivo di ridurre l’elevatissimo contenzioso nel settore degli appalti pubblici, di uniformare i comportamenti delle migliaia di stazioni appaltanti esistenti in Italia e di rendere più omogenei i diversi bandi di gara. La consultazione preventiva del modello può essere utile alle imprese interessate agli appalti pubblici.
FISCO (pag. 35)
Riforma fiscale: via libera ai decreti
Trentasei articoli distribuiti in sei Capi: “Semplificazioni per le persone fisiche” (artt. 1-12), “Semplificazioni per i rimborsi” (artt. 13-15), “Semplificazioni per le società” (artt. 16-18), “Semplificazioni riguardanti la fiscalità internazionale” (artt. 19-25), “Eliminazione di adempimenti superflui” (artt. 26-28), “Semplificazioni e coordinamenti normativi” (artt. 29-36). Questi i contenuti del primo decreto attuativo, nell’ambito della delega per la riforma fiscale, condotto in porto dal Governo. Si tratta di disposizioni finalizzate a semplificare (almeno un po’) la vita dei contribuenti, adottate in ossequio all’articolo 7 della legge delega n. 23/2014, che prevede, tra l’altro: il riordino dei regimi fiscali, per eliminare complessità superflue; la revisione degli adempimenti che danno luogo a duplicazioni oppure risultano poco utili per l’attività di controllo e di accertamento o, comunque, sproporzionati; il riesame delle funzioni dei sostituti d’imposta, dei CAF e degli intermediari abilitati, potenziando l’utilizzo dei sistemi informatici. Sono fissate anche le regole del cosiddetto 730 precompilato, che dovrebbe essere sperimentato già a partire dall’anno prossimo.
FISCO (pag. 39)
L’acconto di novembre
Tra un balzello e l’altro siamo arrivati a novembre, mese in cui milioni di contribuenti sono chiamati all’ennesimo esborso: l’acconto di novembre. Infatti, entro il 1° dicembre (così posticipato perché il 30 novembre è domenica) va effettuato il versamento della seconda o unica rata dell’acconto Irpef, Ires e Irap del 2014.
L’appuntamento riguarda tutti i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e risultano debitori di imposta. Tra questi anche chi ha dato in affitto appartamenti optando per la cedolare secca sugli affitti, i contribuenti cosiddetti “minimi” o chi possiede immobili o altri investimenti all’estero.
Di regola la percentuale dell’acconto è pari al 100%. Fanno eccezione la cedolare secca, con l’acconto al 95% e le società di capitali che versano l’anticipo Ires e Irap nella misura complessiva del 101,5%.
Anche chi nella primavera scorsa ha presentato il modello 730 deve pagare l’acconto Irpef, ma nella maggior parte dei casi a fare i conteggi ci pensa chi presta l’assistenza fiscale e l’importo dovuto viene trattenuto automaticamente in busta paga o sulla pensione.
INSERTO
Le nuove regole del condominio
In un inserto di 32 pagine le risposte ai quesiti ricorrenti dei nostri lettori, dopo l’approvazione della Legge n. 220/2012 (entrata in vigore il 17 giugno 2013) e delle successive modiche (Legge n. 9/2014).