FISCO-IMMOBILI
Casa: più tasse per tutti ma decideranno i comuni (pag 3)
I Comuni, nel 2014, potranno aumentare di un ulteriore 0,8 per mille l’aliquota della TASI (la nuova imposta sui servizi indivisibili), purché, relativamente alle abitazioni principali e alle unità a esse equiparate, vengano previste detrazioni o altre misure agevolative che consentono di mantenere inalterata la tassazione su quegli immobili rispetto al precedente prelievo operato sotto forma di IMU (adesso non più dovuta). A prevederlo è il decreto legge 6 marzo 2014, n. 16, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 dello stesso giorno.
Il provvedimento, noto come “salva Roma 3”, è stato approvato dal Consiglio dei ministri per mettere una toppa alla defaillance patita in Parlamento in riferimento al DL n. 151/2013 (c.d. “salva Roma 2”), che non è riuscito a guadagnare la conversione in legge a causa dell’ostruzionismo delle forze di opposizione. Le disposizioni lì contenute, finalizzate ad evitare il fallimento dell’Amministrazione capitolina, sono state traghettate in questo nuovo decreto legge, che adesso dovrà compiere il suo percorso parlamentare entro i canonici sessanta giorni, per essere trasformato in legge, al più tardi, il prossimo 5 maggio.
FISCO-IMMOBILI
Affitti in nero, la consulta boccia la maxi sanzione (pag. 4)
Addio agli ”sconti” previsti per gli inquilini che denunciano locazioni “in nero”. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 50 del 14 marzo 2014, li ha bocciati, dichiarando illegittime le previsioni contenute nei commi 8 e 9 dell’art. 3 del decreto legislativo n. 23 del 2011 (il decreto che ha introdotto la cosiddetta cedolare secca), con la conseguenza che l’amministrazione finanziaria non potrà più riscrivere durata e canone dei contratti nel caso di omessa o irregolare registrazione.
Ricordiamo che i commi censurati stabilivano durata (4 anni rinnovabili) e canone ridotto (il triplo della rendita catastale) nei casi in cui il contratto di locazione non fosse stato registrato per niente o comunque non entro i termini di legge (30 giorni), ovvero fosse stato indicato, in atto, un affitto inferiore a quello effettivo, oppure, ancora, fosse stato registrato un contratto di comodato fittizio.
La motivazione su cui si fonda la decisione della Consulta è che le misure predisposte dal Governo, e contenute nelle indicate disposizioni, superavano il perimetro fissato dal Parlamento nella legge delega, violando l’art. 76 della Costituzione.
LAVORO
Contratti a tempo determinato: molte novità ma anche molti dubbi (pag. 5)
Sparisce la “causale oggettiva” nei contratti di lavoro a termine stipulati a partire dal 21 marzo 2014, data di entrata in vigore del decreto “lavoro” del Governo Renzi (D.L. n. 34/2014, in G.U. n. 66 del 20/3/2014. Contestualmente, viene fissato un limite di durata generalizzato pari a 36 mesi, all’interno del quale sono ammesse fino ad 8 proroghe, e definito un tetto numerico di utilizzo del contratto a termine nella misura del 20% della forza aziendale.
Sulla base degli annunci dati, dovrebbe trattarsi solo delle prime misure a carattere di urgenza contemplate nel più ampio progetto di riforma del mercato del lavoro denominato Job ACT.
LAVORO
Apprendistato: meno regole (pag. 5)
Il decreto Renzi (D.l. n. 34/2014) tenta di ridurre le rigidità dell’apprendistato di mestiere: il piano formativo non è più vincolato alla forma scritta, niente più clausole di stabilizzazione (che di fatto bloccavano le offerte di apprendistato), più basso il costo della formazione e mera facoltà di aderire all’offerta formativa delle Regioni.
LAVORO
Contratti di solidarietà (pag. 5)
L’art. 5 del decreto 34/2014 aggiunge un comma all’articolo 6, del D.l. 1° ottobre 1996, n. 510, recante, tra le altre, norme in materia di contratti di solidarietà. Si tratta di una disposizione che rifinanzia gli sgravi destinati a questo speciale contratto.
Per la sua attuazione il Ministro del lavoro è delegato a stabilire i criteri per l’individuazione dei datori di lavoro che potranno accedere alle riduzioni contributive ivi previste (tra il 25 e il 40 per cento di riduzione contributiva, a seconda della percentuale di riduzione dell’orario di lavoro).
IMMOBILI
Piano casa, per rilanciare gli affitti e il settore edile (pag. 7)
Un miliardo e 741 milioni di euro. E’ questa la dote finanziaria stanziata dal Governo con il decreto legge n. 47 del 28 marzo 2014 (in G.U. n. 73 dello stesso giorno) per dare respiro agli inquilini in difficoltà e per rilanciare il mercato immobiliare. La formula scelta si sviluppa su quattro direttrici: meno tasse per chi decide di affittare a canone concordato con la cedolare secca, detrazioni fiscali più elevate per gli inquilini con i redditi più bassi, fondi per il recupero degli alloggi popolari (ex Iacp) con possibilità, peraltro, da parte degli assegnatari di richiederli a riscatto. E ancora: rifinanziamento del fondo per gli inquilini in difficoltà.
IMMOBILI
Cedolare secca (affitti concordati) dal 15% al 10% (pag. 7)
Per il quadriennio 2014-2017 è prevista (decreto legge n. 47 del 28 marzo 2014) la riduzione ulteriore dal 15% al 10% dell’aliquota della cedolare secca per chi affitta a canone concordato. Coinvolti sono i cosiddetti contratti 3+2 e quelli per studenti universitari. Una misura che segue la discesa dal 19% al 15% già decisa con il decreto del Fare del Governo Letta. Lo sconto d’imposta, unito al calo degli affitti, dovrebbe rilanciare così il mercato (Imu e Tasi permettendo).
FISCO
Riforma del fisco: c’è ancora da aspettare (pag. 9)
Dopo un sofferto percorso che ha attraversato due legislature e tre diversi Governi, è finalmente giunta al capolinea la prima fase dell’iter parlamentare della “delega” al Governo, finalizzata a introdurre “disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”. La Camera dei deputati ha dato l’ok definitivo al testo che detta le linee guida e i criteri generali su cui dovrà reggersi la riforma fiscale, nel rispetto dei principi sanciti dalla Carta costituzionale, dal diritto comunitario, dallo Statuto dei diritti del contribuente (in particolare, dall’articolo 3 in materia di efficacia temporale delle norme tributarie) e di quanto stabilito in materia di federalismo fiscale dalla legge n. 42/2009.
La revisione del sistema tributario sarà attuata attraverso una serie di decreti legislativi, da emanare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega (Legge 23 dell’11 marzo 2014), cioè dal 27 marzo (il quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 12 marzo).
Abbiamo parlato di prima fase dell’iter parlamentare perché prima dell’emanazione dei decreti legislativi, il Parlamento verrà chiamato ad esprimere l’ok definitivo (dovrà, cioè, certificare, se i provvedimenti da emanare sono in linea con i limiti dettati dalla delega).
L’intenzione – per dirla con le parole del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi – è mettere in campo una “gigantesca opera di semplificazione”, che porti alla realizzazione di “un Fisco amico”.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nuovo piano per risparmiare (pag. 13)
Come preannunciato nel novembre scorso, al momento della presentazione del “programma di lavoro” per la revisione della spesa pubblica, il Commissario straordinario Carlo Cottarelli a marzo ha trasmesso al governo la lista di indicazioni e proposte sui possibili tagli agli sprechi e alle inefficienze della pubblica amministrazione, sulla razionalizzazione dei servizi pubblici e sul contenimento dei costi della politica. Di questo argomento si era già occupato l’art. 49 bis del c.d. “decreto del fare” (Decreto 69/2013, convertito nella Legge 98/2013), che istituiva allo scopo la figura del Commissario straordinario). Successivamente venivano costituiti 25 “gruppi di lavoro per la revisione della spesa”, che hanno fornito al Commissario le analisi e le informazioni necessarie all’elaborazione dell’attuale dossier.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Paghette… dei manager e Decreto Letta (pag. 14)
Contestualmente alla revisione della spesa pubblica che intende attuare il Governo Renzi, scatta questo mese la norma prevista dal “Decreto del fare” del giugno scorso (gestione Letta-Saccomanni). L’art. 84-ter stabilisce che, a decorrere dal 1° aprile 2014, le retribuzioni degli amministratori delegati e dei presidenti delle società non quotate controllate dallo stesso Ministero non possano superare determinati limiti.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Funzione pubblica: limiti, retribuzione e pensione (pag. 14)
Giro di vite sui compensi d’oro dei dipendenti pubblici. Il tetto massimo retributivo, aggiornato quest’anno a 311.659 euro, si applica anche al personale di autority e di amministrazioni non statali. Ancora, il divieto di cumulo pensione-redditi fino a 311.658,93 euro, introdotto dalla legge di Stabilità 2014, si applica a tutte le pensioni tranne a quelle integrative (cioè quelle erogate da fondi pensione), compresi i vitalizi di onorevoli (i vitalizi elettivi). Gli interessati al nuovo divieto di cumulo sono tenuti a rilasciare un’autodichiarazione al fine di consentire alle p.a. di verificare ed eventualmente applicare il divieto di cumulo; mentre le p.a. sono obbligate ad effettuare controlli congiunti con gli enti di previdenza. E’ quanto spiega il Ministro per la pubblica amministrazione nella circolare n. 3 del 18 marzo 2014.
PREVIDENZA
Artigiani e commercianti: la marcia dei contributi (pag. 43)
Aumentano anche nel 2014 i contributi di artigiani e commercianti, dopo i rincari di 270 euro nel 2012 e di 160 euro nel 2013. Quest’anno devono sborsare almeno altri 100 euro di aumento. Un aumento che scaturisce non solo dalla consueta variazione del reddito minimo annuo su cui sono calcolati i contributi (rivalutazione Istat), ma soprattutto dagli effetti della Manovra Monti “Salva Italia” (dl n. 201/2011 convertito in legge n. 214/2011), che ha previsto l’aumento graduale delle aliquote contributive fino a raggiungere la soglia del 24% dal 1° gennaio 2018. Nel 2012 c’è stato l’aumento dell’1,3%, seguito l’anno scorso dall’ulteriore incremento di 0,45 punti percentuali; stessa misura di aumento c’è quest’anno e così sarà, anno dopo anno per il prossimo futuro, fino a raggiungere come detto il traguardo del 24%.
I commercianti, come nel passato, anche quest’anno versano un contributo aggiuntivo dello 0,09 per cento finalizzato a finanziare la cosiddetta “rottamazione delle licenze” (misura di prepensionamento per chi è costretto tempo prima ad abbassare le serrande). Era previsto che tale maggiorazione dovesse terminare quest’anno; invece è stata prorogata fino al 31 dicembre 2018 dalla legge di Stabilità 2014 (legge n. 147/2013) che ha anche procrastinato l’operatività della misura della “rottamazione delle licenze”.
PREVIDENZA
Lavoratori a progetto disoccupati: autocertificazione per l’indennità (pag. 45)
Quest’anno è più facile per i collaboratori a progetto disoccupati richiedere la prestazione una tantum. L’Inps, infatti, con messaggio n. 2999 del 3 marzo 2014 ha spiegato che il requisito di disoccupazione (pari ad almeno due mesi) può essere autocertificato nella domanda (quindi non occorre più andare prima all’ex ufficio di collocamento) e il limite di reddito che dà diritto alla prestazione è pari 20.220 euro, cioè 220 euro in più rispetto all’anno scorso per effetto dell’operazione di rivalutazione. Unitamente al messaggio, l’istituto di previdenza ha diffuso il nuovo modello di domanda che si chiama “CoCoPro 2014 Cod. SR 140”. A conti fatti, per un mese di disoccupazione quest’anno i collaboratori a progetto hanno diritto a un’indennità di 1.086 euro (è stata di 1.075 euro nel 2013).
PREVIDENZA
Lavoratori intermittenti: si ai contributi volontari (pag. 46)
Via libera ai versamenti di contributi volontari da parte di chi è stato occupato, a partire dal 2003, con un contratto di lavoro intermittente (o “a chiamata”). Tali lavoratori, infatti, possono richiedere di versare di tasca propria contributi tali a raggiungere il minimo utile per la pensione, in relazione ai periodi durante i quali hanno percepito retribuzioni oppure l’indennità di disponibilità inferiori al predetto minimo. A distanza di 9 anni dall’introduzione del contratto, con la riforma Biagi (dlgs n. 276/2003), l’Inps rende operativa la “volontaria” con la circolare n. 33 del 20 marzo fissando quale termine ordinario per la presentazione della domanda, esclusivamente online, il 31 luglio dell’anno seguente a quello di riferimento (il 31 luglio 2014 scade la richiesta della volontaria per l’anno 2013). Per gli anni dal 2003 al 2012, invece, la domanda va presentata entro il prossimo 20 settembre. Entrambi i termini (31 luglio e 20 settembre 2014) sono perentori.
INSERTO
Compiliamo insieme il Modello Unico 2014
In un inserto di 56 pagine la prima parte della dichiarazione dei redditi – Tutte le novità di quest’anno