Leggi Illustrate N. 446

FISCO

Acconti Imu e Tasi 2019 con il rischio rincari

Quest’anno potrebbe risultare ancora più sgradito del solito il già abitualmente poco piacevole appuntamento di metà mese con l’IMU e la TASI, i due principali tributi comunali che gravano sui fabbricati e sui terreni. Dal 2019, infatti, le amministrazioni locali hanno di nuovo le mani libere in tema di imposizione fiscale, visto che l’ultima legge di bilancio non ha ulteriormente prorogato il blocco all’aumento della tassazione a livello territoriale in vigore da qualche anno.

La generalità dei contribuenti versa l’IMU e la TASI in due rate, scadenti rispettivamente il 16 giugno (nel 2019 è domenica e il termine slitta automaticamente a lunedì 17) e il 16 dicembre. Un emendamento del Parlamento, inserito in sede di conversione del decreto “Crescita” (che dovrebbe avvenire entro giugno) prevede lo slittamento di questo termine al 31 dicembre.

Fanno eccezione gli enti non commerciali, che possono frazionare il pagamento in tre momenti: le prime due rate, ciascuna pari al 50% dell’intera imposta dovuta per l’anno precedente, scadono, l’una, il 16 giugno e, l’altra, il 16 dicembre (salvo proroga); la terza, a conguaglio, va assolta entro il 16 giugno dell’anno successivo a quello cui si riferisce il versamento. Pertanto, alla prossima scadenza del 17 giugno 2019, gli enti non commerciali dovranno versare il saldo 2018 (rappresentato dall’importo complessivo diminuito degli acconti pagati in corso d’anno) e la prima rata 2019, pari al 50% dell’intera imposta 2018.

Il compito più difficoltoso, generalmente, va svolto a dicembre, quando c’è da determinare l’importo a saldo. In quella circostanza, bisogna procurarsi le aliquote fissate per l’anno in corso, determinare con esse le imposte dovute per l’intero 2019 e sottrarre quanto versato a giugno in acconto utilizzando, invece, le aliquote e le detrazioni in vigore nel 2018.

Pertanto, per adempiere correttamente all’adempimento di metà giugno relativo all’acconto 2019, è sufficiente versare la metà del tributo calcolato con le aliquote del 2018. In particolare, se non sono intervenute variazioni rispetto all’anno passato, basta pagare un importo pari alla metà di IMU e/o TASI complessivamente dovute per il 2018.

PREVIDENZA

Commercio: prepensionamento e rottamazione delle licenze

Via libera da parte dell’INPS (circolare n. 77 del 24 maggio scorso) alle domande di “pensionamento” anticipato per «rottamazione licenza». La misura, resa strutturale (senza cioè più scadenza) dalla legge bilancio 2019, consente ai commercianti che sono costretti ad abbassare le serrande, di mettersi in pensione in anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni da quest’anno), ottenendo il riconoscimento di un indennizzo di misura pari al trattamento minimo dell’Inps (513 euro mensili). L’opportunità è offerta ai commercianti con 62 anni d’età e alle commercianti di 57 anni (che, rispettivamente, anticipano così il pensionamento di 5 e di 10 anni), qualora chiudono definitivamente l’attività commerciale (negozio, bar, ristorante, ecc.), riconsegnano la licenza commerciale al Comune e si cancellano dal registro dei commercianti. L’indennizzo è erogato fino al compimento dell’età per la pensione.

PREVIDENZA

Giugno nero per le pensioni

Doppia sforbiciata alle pensioni sull’assegno erogato questo mese. L’Inps recupererà, infatti, a giugno la rivalutazione… eccessiva attribuita nei mesi da gennaio a marzo e non dovuta su quelle sopra 1.523 euro lordi mensili (circa 1.200 netti) e la prima di tre rate del ticket (variabile tra il 15 e il 40%) già dovuto per i mesi da gennaio a maggio sulle pensioni sopra 100 mila euro lordi annui, c.d. d’oro (cioè quelle, una o più di una, che nel totale superano i 7.692 euro lordi mensili).

Lo ha comunicato l’istituto nel messaggio n. 1926/2019. I due tagli scaturiscono da altrettante novità, entrambe finalizzate a ridurre la spesa pensionistica, che sono state introdotte dalla legge di bilancio del 2019 (legge n. 145/2018).

PREVIDENZA

“Quattordicesima” in arrivo per i pensionati a basso reddito

In arrivo la quattordicesima ai pensionati di classe ’55 (per la prima volta) e precedenti. A luglio, infatti, sarà l’Inps a erogarla assieme alla rata di pensione: una “somma aggiuntiva” (questa la sua terminologia tecnica) d’importo variabile (minimo 336 euro, massimo 655 euro), a seconda del numero di anni di contributi con cui si è andati in pensione e del reddito posseduto. A beneficiarne sono tutti i pensionati che, entro la fine del corrente anno 2019, spegneranno almeno 64 anni candeline (perciò classe ’55 e precedenti) e che, da pensionati, intascano mensilmente un assegno lordo fino a 1.026 euro. La quattordicesima è erogata d’ufficio dall’Inps (legge 127/2007) con la rata di pensione di luglio a quanti perfezionano il requisito d’età (64 anni almeno) entro il 30 giugno; sarà erogata con la rata di pensione di dicembre, invece, a coloro che il requisito d’età lo perfezioneranno nel corso del secondo semestre di quest’anno o che, durante quest’anno, si mettono a riposo. Chi non dovesse riceverla, ma ritiene comunque di avervi diritto, può farne domanda all’Inps, on-line, o può rivolgersi a un Patronato per ricevere assistenza.

PREVIDENZA

Versamenti volontari 2019 aumenti anche per i dipendenti

Quest’anno, per coprire un intero anno dal punto di vista previdenziale mediante i contributi volontari, occorre spendere almeno 77 euro in più rispetto alla spesa prevista per l’anno 2018. A conti fatti, il lavoratore dipendente che ha cominciato a versare i contributi volontari prima del 1996 deve pagare 2.973 euro se vuole coprire l’intero anno 2019 (euro 2.941 la spesa annua sopportata nel 2018) ovvero 3.521 euro (euro 3.483 nel 2018) se ha cominciato a versare i contributi volontari dopo il 1995.

Per artigiani e commercianti il conto è più salato: rispetto all’anno scorso, quando la spesa minima è stata rispettivamente di 3.770 (artigiani) e 3.785 euro (commercianti) se d’età oltre 21 anni, quest’anno devono pagare euro 3.811 (artigiani) ed euro 3.825 (commercianti) ovvero 3.406 euro (3.299 euro nel 2018) e 3.420 euro (3.313 euro nel 2018) se d’età fino a 21 anni.

Infine, questo il conto per i lavoratori iscritti alla gestione separata: per coprire l’anno 2019 con i contributi volontari devono sborsare 3.970 euro (3.928 euro nel 2018) se si tratta di professionisti senza cassa; 5.240 euro (5.184 euro nel 2018) se si tratta degli altri lavoratori parasubordinati (collaboratori, ecc.).

INSERTO

Dichiarazione dei redditi e Irap professionisti

Nell’inserto la guida pratica per non commettere errori, con particolare attenzione ai quadri che interessano la categoria (contribuenti ordinari e regimi agevolati) – I nuovi oneri che tagliano il conto dell’Irpef – Il termine per presentare la dichiarazione (quest’anno scade il 30 settembre), mentre bisogna pagare le imposte dovute entro il 1° luglio, o con una piccola maggiorazione, entro il 31 luglio