Leggi Illustrate N. 438

LAVORO (pag. 3)

I dipendenti pubblici si ammalano quattro volte di più di quelli privati

L’INPS aveva messo a punto uno strumento per il monitoraggio delle assenze per malattia sospette, ma il Garante della privacy il 14 marzo scorso lo ha bloccato. La sensazione, tuttavia, è che si tratti di una prima scaramuccia tra le due istituzioni che non ha ancora decretato la fine delle ostilità. Il presidente dell’INPS, il 6 settembre scorso, si è recato al Senato per chiedere ufficialmente l’approvazione di una legge che consenta all’Istituto di pescare, con maggiore efficacia, i furbetti del “certificato”, superando così il blocco imposto dal Garante.

Spieghiamo come funzionerebbe il sistema.

LAVORO (pag. 5)

Ammortizzatori sociali: ci sono figli e figliastri

L’INPS ha pubblicato l’Osservatorio Cassa Integrazione Guadagni con i dati aggiornati a tutto luglio 2018. Il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate a luglio di quest’anno è stato di 14.527.535, in diminuzione del 57,4% rispetto allo stesso mese del 2017 (34.135.877). Le due tipologie di cassa integrazione, però, hanno avuto andamenti inversi: le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) sono aumentate del 13,1% mentre le ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria ( CIGS) sono diminuite del 72,2%. Un altro dato riguarda la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD), in diminuzione del 98,3%, ma qui le ragioni attengono esclusivamente il fatto che dopo il Jobs Act la “deroga” (più favorevole e di più lunga durata) non esiste più, salvo qualche eccezione per le grandi imprese strategiche nazionali. Il nuovo Governo ha intenzione, però, di riattivarla ed estenderla.

Secondo alcuni esperti, la diminuzione delle ore della cassa integrazione straordinaria nasconde una scarsa conoscenza dello strumento che dopo l’intervento riformatore operato dal Jobs Act ha tolto punti di riferimento storici che si erano radicati nell’esperienza delle aziende.

Al d là di questo, ne esce comunque un panorama che conferma l’esistenza, nel mondo del lavoro, di figli e figliastri.

FISCO (pag. 7)

Fatturazione elettronica: dal 2019 obbligo per tutti

Mancano meno di tre mesi al “fatidico” appuntamento con la fatturazione elettronica: a decorrere dal 1° gennaio 2019, per tutte le operazioni commerciali (cessioni di beni e prestazioni di servizi) realizzate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato italiano dovranno essere emesse fatture elettroniche. L’obbligo, introdotto dalla legge di bilancio 2018 (commi 909 e seguenti della legge n. 205/2017), vale sia se entrambe le parti sono due soggetti Iva (cosiddette “operazioni B2B”, cioè business to business) sia se la cessione/prestazione è effettuata da un operatore Iva verso un consumatore finale (cosiddette “operazioni B2C”, cioè business to consumer).

Si tratta di un cambiamento epocale, cui dovranno necessariamente adeguarsi tutti gli operatori economici, non solo per quanto riguarda l’aspetto informatico, ma anche dal punto di vista pratico, essendo richiesto uno stravolgimento delle procedure operative consolidate nel corso degli anni. È pertanto quanto mai opportuno non arrivare impreparati al rendez-vous di inizio 2019.

Per questo motivo, nelle pagine che seguono, oltre a ricordare i principali aspetti della disciplina (i soggetti obbligati e quelli esonerati, le operazioni coinvolte e quelle escluse, i contenuti del documento, ecc.), illustriamo le modalità di predisposizione, invio, ricezione e conservazione delle fatture elettroniche, attività con le quali, tra una novantina di giorni (a meno di slittamenti dell’ultima ora), tutti – chi più chi meno – ci troveremo ad avere a che fare.

NOVITA’ LEGISLATIVE (pag. 21)

Il “milleproroghe” è legge dopo un percorso accidentato

Il Senato ha approvato definitivamente, il 20 settembre scorso, il cosiddetto “Decreto Milleproroghe 2018” (D.l. 91 del 25 luglio 2018). Rispetto al testo approvato alla Camera non sono state inserite ulteriori modifiche, ma l’iter parlamentare del decreto è stato molto tormentato e non mancano alcune novità. Anche questa edizione del “Milleproroghe” affronta, come di consueto, diverse materie accomunate soltanto dalla necessità di rinviare i termini di scadenza di alcune vecchie leggi. Sono tredici gli articoli del provvedimento e le tematiche affrontate vanno dalla scuola al fisco, fino ad arrivare alla giustizia e ai diritti dei consumatori. In questo numero le proroghe che ci sono e quelle che mancano.

LAVORO (pag. 24)

Licenziamenti ingiustificati: no della Consulta al jobs act

Scricchiola la riforma Jobs act. La Corte costituzionale, infatti, ha dichiarato che non è legittimo il solo criterio della «anzianità di servizio» utilizzato per fissare la misura dell’indennità dovuta al lavoratore licenziato senza giustificazione. La norma ritenuta incostituzionale è l’art. 3, comma 1, del dlgs n. 23/2015 che, nell’ambito della riforma del Jobs act, disciplina il c.d. «contratto a tutele crescenti». Per la Corte, riconoscere un’indennità la cui misura dipenda solo dall’anzianità di servizio del lavoratore, è un criterio contrario ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta col diritto e la tutela del lavoro, sanciti dagli artt. 4 e 35 della carta costituzionale.

FISCO (pag. 25)

A rischio “blocco” tutte le compensazioni in F24

A fine mese scatterà la stretta sulle compensazioni indicate nei modelli F24. Pertanto, i primi versamenti sottoposti all’en­nesimo giro di vite sull’utilizzo dei crediti saranno le liquidazioni periodiche Iva, in scadenza il 16 novembre, e gli acconti delle imposte (Irpef, Ires, Irap, cedolare secca, ecc.), in calendario per il 30 novembre. Dal 29 ottobre, infatti, l’Agenzia delle entrate potrà sospendere, per un massimo di trenta giorni, le deleghe di pagamento che presentano profili di “rischio frode”: se verrà accertato un utilizzo non corretto dei crediti, l’operazione sarà scartata e le compensazioni e i versamenti contenuti nell’F24 si considereranno come mai avvenuti; in caso contrario (cioè, se il Fisco non riscontrerà irregolarità) ovvero dopo 30 giorni dalla data di presentazione del modello, la delega sarà eseguita e i relativi versamenti/com­pen­sazioni considerati effettuati nella data indicata nel file di invio.

Il provvedimento indica i criteri da utilizzare per l’eventuale blocco.

INSERTO

La riforma del Terzo Settore

E’ arrivata a compimento, dopo quattro anni di lavoro. Mette ordine nella frastagliata normativa che regola l’universo del “no profit”. Quattro decreti legislativi disciplinano il servizio civile, il contributo IRPEF del 5‰, le imprese sociali, il codice del Terzo Settore