Leggi Illustrate N.417

FISCO (pag. 4)

“Rottamazione cartelle”
Il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017 (n. 193 del 22 ottobre 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 249 del 24 ottobre e in vigore da quello stesso giorno) introduce la possibilità di definire in maniera agevolata i ruoli affidati agli agenti della riscossione (Equitalia) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015, anche qualora – se ne deve dedurre – i conseguenti atti (cioè, le cartelle di pagamento) siano stati notificati nel corso del 2016.
L’operazione, giornalisticamente (e un po’ enfaticamente) definita “rottamazione delle cartelle”, consente di liberarsi dei debiti pendenti senza dover pagare le correlate sanzioni e gli interessi di mora. Questi ultimi, lo ricordiamo, sono gli interessi che cominciano a maturare quando non si provvede a versare, entro i prescritti termini di scadenza (in genere, 60 giorni dal ricevimento dell’atto). Cosa si può “rottamare” e cosa no; gli effetti della domanda.

FISCO (pag. 5)

Comunicazioni trimestrali
A partire dal prossimo anno, i contribuenti titolari di partita Iva saranno chiamati a due nuovi obblighi dichiarativi, entrambi con cadenza trimestrale: la comunicazione al Fisco dei dati delle fatture emesse e ricevute (più o meno l’equivalente dell’attuale spesometro annuale, suddiviso però in quattro tranche) e la comunicazione dei dati relativi alle liquidazioni periodiche.
Sono misure che vanno in direzione opposta rispetto alla tendenza espressa negli ultimi tempi con la cancellazione di alcuni adempimenti e alle raccomandazioni di Bruxelles in tema di semplificazione degli obblighi fiscali. La loro giustificazione risiede nell’importanza dell’obiettivo prefissato: ridurre l’abnorme VAT gap (ossia, il divario tra il gettito Iva atteso e quello realizzato, circa 40 miliardi di euro all’anno), che da tempo ha portato il nostro Paese a primeggiare nella poco lusinghiera graduatoria degli Stati ad alto tasso di evasione fiscale.

FISCO (pag. 6)

Dichiarazione integrativa
Il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017 ha eliminato l’evidente e ingiustificata disparità di trattamento esistita fino ad oggi in materia di dichiarazione integrativa, a seconda che la modifica fosse a favore del Fisco o del contribuente.
Nel primo caso, infatti, era (ed è) possibile intervenire entro il termine concesso all’ufficio impositore per le attività di accertamento sul periodo d’imposta oggetto di correzione (dal periodo d’imposta 2015 è il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione; per le annualità precedenti è il 31 dicembre del quarto anno successivo alla presentazione). Invece, per rimediare ad errori od omissioni comportanti l’indicazione di un maggior reddito, o, comunque, di una maggiore imposta o di un minor credito, prima della novità ora introdotta, il contribuente poteva produrre una dichiarazione integrativa a proprio vantaggio soltanto fino al termine di presentazione della dichiarazione successiva. Persa questa chance, non era più possibile modificare la dichiarazione originaria con un’integrativa pro contribuente.

FISCO (pag. 6)

Regolarizzazione dei patrimoni detenuti all’estero
È già partita la versione bis della cosiddetta collaborazione volontaria (voluntary disclosure), cioè la procedura attraverso cui è possibile riportare in Italia, o regolarizzare all’estero, i patrimoni, compresi gli immobili, frutto di evasione fiscale. E’ prevista dal decreto fiscale (decreto n. 193, del 30 ottobre scorso). Dopo numerose ed accese polemiche alla fine non c’è stata, invece, la sanatoria per il contante detenuto o custodito in cassette di sicurezza, con il pagamento di un forfait del 35%. Non c’è stata neanche un’indicazione sul trattamento fiscale di tali somme eventualmente autodenunciate che, in mancanza, verranno gestite con le precedenti modalità di tassazione previste nella vecchia procedura (cioè andrebbero interamente tassate in base al reddito del contribuente che ne è in possesso). Se la collaborazione volontaria ha ad oggetto contanti o valori al portatore si dovrà, inoltre, rilasciare, insieme alla presentazione dell’istanza, una dichiarazione in cui attestano che l’origine di questi valori non deriva da reati diversi da quelli tributari.
La “voluntary bis” è una riapertura dei termini dell’edizione del 2015 che però non è sfruttabile da parte di chi ha già aderito alla precedente versione. La domanda va presentata entro il 31 luglio 2017; la documentazione integrativa va invece prodotta al fisco al massimo entro il 30 settembre 2017.

PREVIDENZA (pag. 7)

Misure sulle pensioni
L’anno prossimo si potrà andare prima in pensione con l’Ape (sta per Anticipo PEnsionistico) a 63 anni d’età se nei successivi 3 anni e 7 mesi si maturerebbe il diritto alla pensione di vecchiaia. Due le tipologie di Ape che sono offerte a tutti i lavoratori, pubblici e privati a certe condizioni: quella volontaria che dovranno pagarla gli stessi lavoratori una volta andati in pensione (il rimborso durerà 20 anni, più o meno a partire dai 67 e fino agli 86 anni d’età); quella sociale offerta invece gratuitamente solo a particolari categorie di soggetti: disoccupati, lavoratori che assistono familiari disabili gravi, invalidi (non meno del 74%), occupati in particolari attività e professioni (camionisti, gruisti, infermieri, maestre d’asilo, operatori ecologici, ecc.). A prevederlo è il disegno di legge di Bilancio 2017 che intende tradurre in disposizioni di legge le prime misure dell’accordo tra governo e sindacati per la riforma previdenziale sottoscritto il 28 settembre scorso. Il disegno di legge ora è all’esame del Parlamento che deve approvarlo entro il 31 dicembre 2016.
Tra le altre misure contenute nel disegno di legge c’è l’ampliamento della “quattordicesima” con due discipline: una riguarderà i pensionati che hanno un reddito fino a 9.786,86 euro (cioè 1,5 volte il minimo Inps), così come è previsto oggi, ai quali la quattordicesima verrà aumentata del 30%; l’altra riguarderà i pensionati con reddito superiore a 9.786,86 euro e fino a 13.049,14 (ossia 2 volte il minimo Inps) i quali, finora esclusi dalla quattordicesima, la riceveranno negli importi oggi vigenti. Infine, è prevista una nuova edizione del “cumulo contributivo”: la possibilità di cumulare senza oneri tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto della laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate.

LAVORO (pag. 12)

Produttività detassata e welfare
Da quest’anno gli incentivi fiscali sui premi di risultato e sul welfare aziendale è stato consolidato in forma stabile e significativamente ampliato, in controtendenza rispetto agli anni precedenti al 2016 in cui tali misure hanno sempre assunto caratteri di temporaneità, complessità e disomogeneità di disciplina, tali da scoraggiare un’adesione su larga scala da parte delle imprese.
Si tratta della detassazione di una parte della retribuzione e di un “canestro” di servizi e di buoni acquisto che il datore di lavoro mette a disposizione del lavoratore dipendente.
Il vantaggio fiscale riconosciuto dal Legislatore riduce l’onere fiscale gravante sul lavoro subordinato, sia a favore dei dipendenti – assoggettati ad una minor tassazione sul reddito – sia a favore dei datori di lavoro, per il risparmio degli oneri contributivi dovuto all’ampliamento delle componenti escluse dal reddito di lavoro dipendente ed alla possibilità di dedurre – nella determinazione del reddito d’impresa – spese sostenute per il welfare aziendale in precedenza soggette invece a una limitata deducibilità.

SCUOLA (pag. 13)

Scuola-lavoro: niente contributi
Scompare con la Legge di bilancio 2017 l’esonero contributivo gratuito per le nuove assunzioni. Il nuovo esonero contributivo dal ddl Legge di Stabilità 2017 è destinato solo ai contratti a tempo indeterminato sottoscritti con studenti che durante il ciclo di studi abbiano completato un periodo di alternanza scuola-lavoro. L’assunzione agevolata è ammessa anche in apprendistato, mentre restano esclusi dal beneficio i contratti di lavoro domestico e quelli relativi agli operai del settore agricolo.

SCUOLA (pag. 13)

La scuola e l’università nel Legge di Bilancio
Per il diritto allo studio (anglicamente battezzato “student act”, secondo la moda corrente, il disegno di legge prevede una dote complessiva di 500 milioni di euro). La misura principale è quella che riguarda l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie per gli studenti bisognosi.
Altre misure riguardano le borse di studio, il risanamento degli edfici scolastici, l’immissione in ruolo dei precati. Un’ampia sezione della manovra, enfaticamente intitolata “Capitale umano”, è dedicata ad incentivare la ricerca negli atenei.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (pag. 14)

Pubblica amministrazione e Ddl di Bilancio
Le risorse destinate alla pubblica amministrazione ammontano a 1 miliardo e 920 milioni di euro per il 2017 e a 2 miliardi e 625 milioni per il 2018, da suddividere – con criteri ancora tutti da decidere – fra rinnovi dei contratti collettivi scaduti, assunzioni di nuovo personale nei settori nevralgici della p.a. e riordino delle carriere delle Forze dell’ordine.
Ammonta a 113 miliardi di euro lo stanziamento previsto nel disegno di legge di bilancio 2017 per il Servizio Sanitario Nazionale, vale a dire due miliardi in più rispetto al 2016 (e con impegno di raggiungere quota 114 miliardi nel 2018 e quota 115 miliardi nel 2019). Circa un miliardo di euro servirà infatti per:
– rendere strutturale il fondo per l’acquisto di farmaci innovativi (325 milioni nel 2017), inclusi quelli per l’acquisto di medicinali per patologie gravi o considerate sin qui incurabili, come l’epatite C;
– istituire un fondo specifico per i farmaci oncologici di nuova generazione (500 milioni a decorrere dal 2017), che andranno definiti con un’apposita determina dell’Agenzia italiana per il farmaco;
– creare un fondo di supporto alle spese sostenute dalle regioni per l’attuazione del NPNV (Nuovo Piano Nazionale Vaccini), con dotazione di 100 milioni per il 2017, 127 milioni per il 2018 e 186 milioni a decorrere dal 2019;
– concorrere alle spese delle regioni per le nuove assunzioni e le stabilizzazioni del personale sanitario (75 milioni nel 2017, che raddoppieranno a decorrere dall’anno successivo), da ripartirsi tra le varie regioni con intesa in sede di conferenza Stato-regioni-province autonome.

FISCO (pag. 35)

Le misure fiscali che verranno
Il DDL di bilancio prevede di bloccare, seppure solo temporaneamente, la minacciosa spada di Damocle dell’aumento delle aliquote IVA, che era destinata ad abbattersi dal 1° gennaio 2017 (art. 85). Il disegno di legge conferma le maxi detrazioni fiscali per ristrutturazione e risparmio energetico ed i super ammortamenti per gli acquisti di beni strumentali da parte di imprenditori professionisti ed artisti. Inoltre, a fianco del max ammortamento (40% sul costo degli acquisti) viene introdotto anche un iper ammortamento (con maggiorazione del 150%) sugli investimenti in beni ad alto valore tecnologico. L’IRPEF sugli utili reinvestiti verrà ridotta al 24% per le imprese individuali. Infine gli agricoltori professionali per tre anni non pagheranno l’IRPEF.

FISCO (pag. 39)

L’appuntamento di novembre: si paga il secondo acconto, il più alto
Entro mercoledì 30 novembre la maggior parte dei contribuenti dovrà pagare la seconda rata degli acconti delle imposte relative al 2016. L’appuntamento riguarda non solo le imposte sui redditi (vale a dire, l’IRPEF per le persone fisiche e l’IRES per le società “solari”, cioè con esercizio coincidente con l’anno solare) e l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), ma anche tutte le imposte sostitutive comunque legate alla dichiarazione dei redditi: quella dovuta dai lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, imprenditori, professionisti, artisti) che hanno adottato il nuovo regime forfetario o sono ancora in quello dei “minimi”; la cedolare secca sui canoni delle locazioni abitative; le imposte patrimoniali (IVIE ed IVAFE) sul valore degli immobili e dei prodotti finanziari detenuti all’estero.

INSERTO

Il nuovo testo unico imposte sui redditi
In un inserto di 40 pagine la seconda parte: redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa, redditi diversi. Note illustrative articolo per articolo con richiami alle principali. Norme attuative e a quelle complementari, ai chiarimenti forniti dall’amministrazione finanziaria, alle pronunce della giurisprudenza.