Leggi Illustrate N.413

FISCO (pag. 3)

Imu e Tasi: è tempo di acconti

Quest’anno il consueto appuntamento del 16 giugno con i tributi locali sugli immobili riserva – come ormai noto – una gradita novità: per l’abitazione principale – se non di lusso – e per le relative pertinenze (box, cantina, soffitta, ecc.), non bisogna pagare neanche un centesimo. Infatti, all’esenzione IMU applicabile già dal 2014, si è aggiunta, a partire dall’anno d’imposta 2016, anche l’esclusione dalla TASI. La lieta novella riguarda anche gli inquilini e i comodatari, relativamente all’immobile preso in affitto o detenuto in comodato come propria abitazione principale.

A deciderlo è stata l’ultima legge di stabilità (n. 208/2015) che, oltre a liberare del tutto la prima casa di abitazione dall’imposizione municipale, è intervenuta su diversi altri aspetti della fiscalità locale immobiliare, introducendo modifiche quasi tutte di segno positivo per i contribuenti: dal dimezzamento della base imponibile per gli immobili concessi in comodato d’uso a figli o genitori alla riduzione del 25% delle imposte dovute per gli appartamenti dati in locazione a canone convenzionale; dall’eliminazione dell’IMU per tutti i terreni agricoli – a prescindere dalla loro ubicazione – utilizzati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola all’alleggerimento della pressione fiscale sugli immobili a destinazione speciale e particolare (capannoni industriali, opifici, stabilimenti, ecc.), grazie all’estromissione dei cosiddetti macchinari “imbullonati” dal calcolo della rendita catastale.

LAVORO (pag. 11)

Imprese: per i finanziamenti nuove forme di garanzia

Arrivano due nuove forme di garanzia sui prestiti richiesti da chi fa impresa: il finanziamento garantito dal trasferimento dell’immobile (ma su base volontaria) e il “pegno non possessorio”.

A prevedere queste misure è il decreto-legge n. 59 del 3 maggio 2016 (“Disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione”), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 102 di pari data, e a tutti noto come “decreto banche”.

Un provvedimento, nato con la finalità di cercare di porre rimedio alla situazione in cui si sono ritrovate centinaia di persone che avevano investito i propri soldi in banche poi rivelatesi decotte, nel quale poi – come spesso accade – hanno trovato posto anche disposizioni che – nelle intenzioni del Governo – hanno lo scopo di rilanciare i prestiti alle imprese rendendo per le banche… più appetibile la concessione di un finanziamento.

SCUOLA (pag. 12)

Periti industriali: serve la laurea ed altre novità

A marzo 2016 il Governo aveva approvato un decreto legge (n. 42 del 29 marzo 2016) finalizzato a risolvere temporaneamente il problema dei lavoratori socialmente utili (LSU) e la stabilizzazione e il riconoscimento della Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute. Come spesso accade, per rendere sempre più confusa la nostra legislazione, nel testo finale sono stati mischiati cetrioli con banane… Questa volta, in sede di conversione parlamentare del decreto (avvenuta il 25 maggio scorso) sono stati introdotti dalla maggioranza (mediante i cosiddetti emendamenti) argomenti diversi, di portata ben più ampia.

Il provvedimento contiene ora, tra l’altro, varie novità che riguardano il mondo della scuola e dell’università. In particolare: esercizio della professione di perito industriale, compensi ai componenti delle commissioni d’esame, pagamento più rapido dei supplenti, contributi alle scuole paritarie per gli alunni disabili, assunzioni di insegnanti per l’anno scolastico 2016/2017.

LAVORO (pag. 13)

Nuovo codice appalti: correzioni di errori di forma e di sostanza

Doveva essere una rivoluzione ma, ad oggi, il principale effetto è rappresentato dal caos e dalla difficoltà di passare dalla vecchia alla nuova disciplina. Come è noto (vedi precedente numero di “leggi illustrate”), il 19 aprile scorso è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti, approvato con il decreto legislativo numero 50 del 2016. Il provvedimento – che manda in soffitta il cosiddetto codice De Lise, ossia il decreto legislativo numero 163 del 2006 – sta creando non pochi problemi di attuazione ed applicazione, tanto che per ora rimangono in vigore alcune disposizioni del vecchio regolamento d’attuazione (il decreto legislativo numero 207 del 2010).

Dei problemi che la nuova normativa sta producendo si è ormai accorto anche il governo, che si è impegnato a breve a rivedere alcuni aspetti del provvedimento ed a sanare eventuali errori commessi nell’affrettata stesura iniziale del codice.

Basterà un altro decreto del governo per modificare il nuovo codice, senza dover passare dal Parlamento per approvare una nuova legge. Ciò è previsto nella stessa legge delega.

Punti critici: la fine dell’appalto integrato, i limiti al massimo ribasso, le procedure negoziate, i nuovi limiti al subappalto, la qualificazione delle imprese.

A fine maggio, quando il numero di giugno di “leggi illustrate” è stato stampato, l’Anac (l’autorità anticorruzione), dal canto suo ha già fatto conoscere le prime linee guida di interpretazione e applicazione del codice.

PREVIDENZA (pag. 35)

Part time agevolato prima della pensione

Con la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale, via libera alle domande del «part time agevolato», la misura sperimentale prevista dalla legge di Stabilità 2016 che premia i lavoratori prossimi alla pensione di vecchiaia che trasformano il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Dal 2 giugno, infatti, si possono inviare le domande all’Inps, ma prima occorre richiedere (sempre all’Inps) la certificazione sul possesso del minimo di contributi per la pensione di vecchiaia e sul perfezionamento dell’età per la stessa pensione entro il 31 dicembre 2018 (che sono due condizioni che permettono di aver accesso al part time agevolato). E occorre poi sottoscrivere un accordo, tra datore di lavoro e lavoratore, relativo alla trasformazione del rapporto a tempo parziale, con una riduzione tra il 40 e 60%.

Con il part time agevolato, il lavoratore riceve un premio cash in busta paga pari all’importo dei contributi non versati all’Inps dal datore di lavoro. Chi stia riflettendo di avvalersi di questa opportunità è bene che lo faccia presto: le risorse finanziarie disponibili sono scarse e l’accesso all’agevolazione sarà stoppato dall’Inps al raggiungimento dell’utilizzo del 95% di esse. A conti fatti, a fronte dei 60 milioni di euro disponibili quest’anno, il part-time agevolato sarà fruibile da poco più di 10mila lavoratori. Il via libera all’agevolazione è arrivato con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 18 maggio scorso del decreto 7 aprile 2016, in vigore dal 2 giugno (vedi “leggi illustrate” dello scorso mese) e con le successive istruzioni dell’Inps (circolare n. 90 del 26 maggio), illustrate nel numero di giugno.

PREVIDENZA (pag. 36)

Disoccupazione ai collaboratori: da quest’anno anche ai “pubblici”

Da quest’anno potranno fruire della Dis-Coll (indennità di disoccupazione) anche i collaboratori delle pubbliche amministrazioni, rimasti fuori l’anno scorso. Inoltre, bastano ora due requisiti per ottenerla e non tre come per l’anno 2015: l’essere disoccupati e avere tre mesi almeno di contributi accreditati. A precisarlo è l’Inps nella circolare n. 74/216, dando il via libera alle domande dell’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi che, introdotta dalla riforma del Jobs act per un anno soltanto (il 2015), è stata prorogata per quest’anno dalla legge Stabilità 2016 (legge n. 208/2015). È stata proprio questa legge, ha spiegato l’Inps, a estendere l’indennità ai co.co.co. del settore pubblico, forse anche involontariamente: nel prorogare la misura, infatti, l’ha indirizzata a “tutti” i lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell’Inps e non esclusivamente a quelli del settore privato come stabilito dalla norma originaria.

PREVIDENZA (pag. 37)

Contributi volontari per il 2016 (per gli ex dipendenti non c’è aumento)

Buone notizie per gli ex dipendenti che versano i contributi volontari (la prima rata entro il 30 giugno): per l’anno 2016 non c’è aumento. Il tasso d’inflazione negativo, infatti, mantiene l’importo dei contributi da versare allo stesso livello dell’anno scorso. Ad esempio, un ex lavoratore dipendente che ha cominciato a versare i contributi volontari prima del 1996 dovrà versare quest’anno almeno 2.909 euro per coprire l’intero anno di contributi, cioè la stessa spesa sopportata nel 2015; lo stesso lavoratore che, invece, ha cominciato a pagare i contributi da sé (questo il significato di “volontaria”) dopo il 1995, dovrà versare 3.431 euro (anche in questo caso la stessa spesa dell’anno scorso).

Stesso discorso varrebbe anche per gli artigiani e i commercianti, se non fosse che per questi lavoratori c’è quest’anno un aumento delle aliquote di contribuzione (0,45%).

FISCO (pag. 39)

Irap e lavoratori autonomi: l’intervento della Cassazione

Buone notizie per i lavoratori autonomi da anni alle prese con il “problema IRAP”, senza avere certezze sul corretto comportamento da assumere nei confronti di quell’imposta, ossia se considerarsi o meno tenuti al suo pagamento. Con la sentenza n. 9451 del 10 maggio scorso, le Sezioni unite della Corte di cassazione hanno impresso una significativa svolta alla vexata quaestio, affermando che avvalersi di un unico collaboratore con mansioni di segreteria, generiche o meramente esecutive, non conferisce all’attività esercitata dal professionista i connotati dell’autonoma organizzazione, elemento che rappresenta presupposto per l’applicazione dell’imposta regionale sulle attività produttive: in tali circostanze, dunque, l’IRAP non è dovuta.

FISCO (pag. 41)

Maxi ammortamenti per le imprese: modalità di applicazione

Sono arrivati in tempo utile, per tenerne conto in sede di compilazione della prossima dichiarazione dei redditi, i chiarimenti dell’amministrazione finanziaria sulla norma agevolativa introdotta dalla legge n. 208/2015 (Stabilità per il 2016) per incentivare gli investimenti in beni strumentali nuovi. Grazie ad essa, i titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni possono maggiorare del 40% il costo di acquisizione di quei beni, fruendo in tal modo, ai fini della determinazione delle imposte sui redditi (Irpef e Ires), di quote di ammortamento e canoni di locazione finanziaria più elevati (nessun effetto, invece, è previsto ai fini Irap): in buona sostanza, per un bene costato 100, la deduzione fiscale avviene su 140.

In questo numero le principali precisazioni fornite dall’Agenzia delle entrate.

INSERTO

Unioni civili e coppie di fatto

In un inserto di 40 pagine spiegata e commentata la legge 76 del 20 maggio 2016 che ha modificato profondamente il diritto di famiglia. Fra l’altro è prevista la reversibilità della pensione anche al partner superstite della coppia omosessuale. Il problema delle adozioni e supplenza della magistratura.