Leggi Illustrate N. 408

Legge di stabilità 2016 (pag. 3)

Mettendo da parte le osservazioni critiche riguardanti l’aspetto “formale” del testo normativo e i dubbi relativi all’opportunità delle mance di cui è disseminato il provvedimento, la Legge di stabilità per il 2016 (Legge 28 dicembre 2015, n. 208 – Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2015 – suppl. ord. n. 70) contiene alcune misure che vanno salutate in maniera positiva, in quanto possono contribuire alla crescita del Paese, aiutandolo ad uscire dalla profonda crisi economica in cui versa ormai da diversi anni. Le principali direttrici seguite sono due: favorire la creazione di posti di lavoro stabili (col rinnovo anche se ridotto del bonus contributivo a favore di chi assume lavoratori in pianta stabile) e l’alleggerimento della pressione fiscale, sia nei confronti dei singoli cittadini e delle famiglie sia nei confronti delle imprese.

In campo previdenziale vanno segnalati, come positivi, soprattutto tre provvedimenti: la proroga dell’opzione donna per i pensionamenti anticipati, la possibilità per chi è vicino alla pensione di optare per il part-time senza rimetterci troppo e lasciare, quindi, spazio al turn over nelle aziende, nuovi stanziamenti per risolvere il problema degli esodati.

Il numero di gennaio di “leggi illustrate” è interamente dedicato ai provvedimenti contenuti nella Legge di stabilità 2016.

Fisco (pag. 4)

 Niente più Tasi sulla prima casa

Vale 3,7 miliardi di euro ed è la norma più nazional-popolare dell’intera manovra finanziaria 2016: da quest’anno, per l’abitazione principale e le relative pertinenze, già “liberate” dall’IMU a decorrere dal 2014, non è più dovuta neanche la TASI (Art. 1, commi 10-15, 21-28, 53-54). L’esenzione dal tributo sui servizi indivisibili erogati dall’amministrazione locale (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, polizia urbana, ecc.) spetta se l’appartamento non è censito in una delle categorie catastali “di lusso”, vale a dire la A/1 (abitazioni signorili), la A/8 (ville) e la A/9 (castelli e palazzi di eminente pregio artistico o storico); se invece l’abitazione principale è accatastata in una delle categorie più di prestigio, fruisce comunque di un trattamento fiscale complessivo (tra i due tributi locali, IMU e TASI) meno oneroso rispetto a quello riservato agli “altri immobili”.

Fisco (pag. 5)

Bonus ristrutturazioni ed energetico

Lavori di ristrutturazione, interventi finalizzati al risparmio energetico, acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo di immobili ristrutturati. Sono state confermate in blocco dalla Legge di stabilità 2016, per un altro anno, le detrazioni, in misura potenziata, spettanti per queste tipologie di spese (Art. 1, comma 74), tutte da ripartire obbligatoriamente in dieci quote annuali di pari importo.

Fisco (pag. 6)

Riacquisto agevolato prima casa            

A suo modo “rivoluzionaria” la disposizione (Art. 1, comma 55) introdotta durante l’esame parlamentare della legge di stabilità, che ha modificato una consolidata previsione normativa riguardante la fruizione dei benefici spettanti per l’acquisto della prima casa. Fino allo scorso anno, infatti, uno dei requisiti fondamentali per aver diritto all’agevolazione (imposta di registro al 2% anziché al 9% ovvero, in caso di acquisto direttamente dall’impresa costruttrice, Iva al 4% invece che al 10%) era l’aver già venduto – se c’era – la vecchia abitazione. In pratica, chi voleva cambiare casa, per godere della tassazione decisamente più bassa, doveva prima essersi “liberato” del precedente appartamento, qualora anch’esso fosse stato comprato con gli stessi benefici “prima casa”.

Adesso, invece, il possesso di un altro immobile agevolato non impedisce lo sconto d’imposta al momento del nuovo acquisto, a condizione, però, che il contribuente provveda a disfarsi della precedente abitazione entro un anno dal nuovo acquisto.

Fisco (pag. 7)

Nuovi investimenti nel Mezzogiorno        

Varato dalla Legge di stabilità 2016 un nuovo credito d’imposta per gli acquisti (effettuati nel quadriennio 2016-2019, anche tramite leasing) di beni strumentali nuovi (macchinari, impianti e attrezzature varie, non beni immobili e veicoli), destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo (Art. 1, commi 98-108). Spetta esclusivamente ai titolari di reddito d’impresa (non anche ai contribuenti titolari di redditi di lavoro autonomo), indipendentemente dalla forma giuridica (ditte individuali, società di persone, società di capitali), dalle dimensioni aziendali e dal regime contabile adottato.

Fisco (pag. 7)

Nuova versione del regime forfetario    

La versione 2016 del regime forfetario per “piccoli” imprenditori, artisti e professionisti appare decisamente più accessibile e con maggiore appeal rispetto a quella delineata per il 2015, che ha infatti raccolto pochissimi adepti. Alla disciplina dello scorso anno sono state apportate dalla Legge di stabilità 2016 (Art. 1, commi 111-113) poche ma incisive modifiche, che aprono la porta del nuovo regime a un più ampio numero di contribuenti, offrendo loro interessanti vantaggi.

Fisco (pag. 8)

Nuovi termini per gli accertamenti            

Cambiano in maniera significativa i termini a disposizione del Fisco per esercitare il potere di accertamento. La riscrittura dell’articolo 57 del DPR n. 633/1972 (in ambito IVA) e dell’articolo 43 del DPR n. 600/1973 (per le imposte dirette) è avvenuto durante l’esame parlamentare della Legge di stabilità 2016 (Art. 1, commi 130-132).

Fisco (pag. 8)

Canone Rai nella bolletta della luce

Per ridurre la diffusa evasione del canone RAI, la legge di stabilità ha rivoluzionato le modalità di pagamento dell’abbonamento per uso privato, che è dovuto – una sola volta – in relazione agli apparecchi detenuti nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora da coloro che appartengono alla stessa famiglia anagrafica (Art. 1, commi 152-160).

La grossa novità riguarda coloro che sono titolari di un’utenza per la fornitura di energia elettrica, in riferimento ai quali è stata introdotta la presunzione legale di possesso di un “apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive”, con conseguente obbligo a pagare il canone.

Fisco (pag. 9)

Contanti fino a 3.000 euro

Dal 1° gennaio il trasferimento tra soggetti diversi di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore è vietato quando il valore dell’operazione è pari o superiore a 3.000 euro, non più a 1.000 euro (il divieto vale anche se il trasferimento avviene artificiosamente con più pagamenti singolarmente inferiori al limite).

La modifica – come precisato da un emendamento inserito durante l’iter di approvazione del DDL di stabilità – non incide sul pagamento degli emolumenti erogati dalle pubbliche amministrazioni che, quando l’importo da corrispondere supera i 1.000 euro, dovranno continuare a provvedervi esclusivamente tramite strumenti telematici. Perciò l’Inps e gli altri enti erogatori continueranno ad effettuare il pagamento di pensioni superiori a 1.000 euro attraverso bonifico.

Fisco (pag. 9)

Meno tasse sugli straordinari

Dopo un anno di assenza dovuta all’assenza di copertura finanziaria, è stata ripristinata e stabilizzata dalla Legge di stabilità 2016 la detassazione degli emolumenti variabili, corrisposti ai lavoratori dipendenti del settore privato, legati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, i cosiddetti premi di risultato (Art. 1, commi 182-190). E’ compreso il lavoro straordinario.

Fisco (pag. 10)

IVA e accise: clausole di salvaguardia

Scansata, almeno per quest’anno, l’attivazione delle vecchie clausole di salvaguardia inserite nelle due ultime precedenti leggi di stabilità, che sarebbero dovute scattare se determinate misure non avessero sortito gli attesi effetti positivi per il bilancio statale. Il “piano” prevedeva di portare l’aliquota IVA ordinaria dal 22 al 25,5% con decorrenza 2018, passando prima per il 24% dal 2016 e per il 25% dal 2017; inoltre, a partire dal 2017, erano programmati anche tre punti percentuali in più per l’aliquota intermedia del 10%), con un primo passaggio al 12% dal 1° gennaio 2016. Per quanto riguarda invece le accise su benzina e gasolio, ne era stato pianificato un rincaro, a partire dal 2018, in grado di garantire ulteriori entrate per 700 milioni di euro. Infine, un altro ritocco era stato deciso per coprire il mancato gettito causato dalla negata autorizzazione, da parte degli organismi comunitari, ad estendere il reverse charge alla Grande distribuzione organizzata (GDO).

La legge di stabilità 2016 (Art. 1, commi 5-7) ha invece bloccato ogni aumento per l’anno in corso, rinviando la stretta al 2017, quando l’IVA ordinaria dovrebbe salire al 24% (per raggiungere il 25% “definitivo” dall’anno successivo, non più il 25,5%), mentre l’aliquota del 10% dovrebbe balzare in un sol colpo al 13%. Sul versante accise, è stata eliminata definitivamente la clausola legata al no per il reverse charge alla GDO (reperendo in altro modo le entrate che erano attese dalla sua applicazione), mentre l’incremento calendarizzato a partire dal 1° gennaio 2018 dovrà produrre un maggiore gettito per “soli” 350 milioni di euro, non più 700. Il tutto potrà essere scongiurato se il Governo riuscirà a trovare soluzioni alternative per realizzare gli stessi risultati finanziari.

Fisco e Immobili (pag. 12)

La casa in leasing agevolato

Arriva l’agevolazione “prima casa” e la detrazione Irpef per chi acquista in leasing l’abitazione principale. Lo stabilisce l’art. 1, commi 76-84, della legge di Stabilità del 2016. Viene così reso competitivo questo strumento rispetto all’acquisto finanziato da un mutuo ipotecario, che è stata finora la soluzione sempre preferita, soprattutto per ragioni fiscali.

Dal punto di vista fiscale, all’utilizzatore/conduttore spetterà una detrazione Irpef del 19 per cento, da calcolare per un importo non superiore a 8mila euro annui (quanto ai canoni periodici) e a 20mila euro (quanto al prezzo del riscatto).

Fisco e Agricoltura (pag. 12)

Agricoltura: nuovi sconti fiscali

Il pacchetto più ricco è quello fiscale. L’agricoltura ha incassato dalla Stabilità una serie di interventi che abbassano la pressione fiscale. Si tratta in particolare della cancellazione Irap (l’aliquota agricola era già agevolata all’1,9%) e dell’Imu.

L’Imu sui terreni agricoli è senza dubbio la partita che caratterizza la  “finanziaria” in chiave agricola. Dopo le continue variazioni  nell’ultimo anno sulle tipologie di terreni soggetti a tassazione, il governo ha trovato (finalmente) la quadra. Coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali ,iscritti alla gestione previdenziale agricola Inps, non pagheranno più, neppure per i terreni in pianura. Per i proprietari che non sono coltivatori diretti e Iap per sapere se devono pagare o no si torna all’elenco allegato alla circolare n.9 del 14 giugno 1993 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 141 del 18 giugno 1993) che distingue in terreni montani (sempre esenti), parzialmente montani e di pianura (Art. 1, comma 13).

Sparisce anche l’Irap: sono esclusi così dal pagamento dell’imposta regionale sulle attività produttive le imprese che rientrano nel reddito agrario (Art. 1, comma 70).

In sede di conversione della Legge di stabilità è stato invece corretto un intervento che andava in controtendenza rispetto alla linea di ridurre le tasse. Era stato infatti abolito il regime di esonero Iva sulle attività con giro d’affari fino a 7mila euro, ma nel corso dell’iter di approvazione sono state ripristinate le agevolazioni.

Lavoro e Previdenza (pag. 13)

Lavoro: contributi ridotti

Confermata dal Parlamento la proroga di un anno, ma in versione ridotta, della agevolazione contributiva sulle assunzioni a tempo indeterminato. La legge Stabilità 2016, infatti, ai commi 178-179 dell’unico articolo prevede che il bonus possa continuarsi ad applicare anche alle assunzioni effettuate nel corso di quest’anno 2016 (il vecchio bonus, con misure agevolative più consistenti, è scaduto con la fine dello scorso anno), ma alle seguenti nuove condizioni:

  1. a) non si tratterà più di un “esonero” contributivo come lo è per le assunzioni effettuate fino al 31 dicembre 2015 (ossia della riduzione “totale” dei contributi dovuti all’Inps dal datore di lavoro), ma di uno sgravio in misura del 40% degli stessi contributi;

b)la durata del bonus, prima pari a tre anni, è ridotta a 24 mesi (cioè a due anni);

c)il limite massimo dello sconto contributivo è fissato a 3.250 euro annui, cioè in misura ridotta rispetto al limite di 8.060 euro annui previsto per le assunzioni effettuate entro il 2015.

Per il resto, la disciplina resta praticamente identica a quella previgente; pertanto, si fruisce del bonus in caso di assunzione di lavoratori disoccupati da almeno sei mesi e ne possono fruire tutti i datori di lavoro privati, siano essi imprese o non imprese (come lo sono, tra l’altro, gli studi professionali).

Previdenza (pag. 14)

Pensioni: opzione donna

Prorogata la cosiddetta “opzione donna”. Come più volte anticipato da LeLeggi Ilustrate, alla fine la possibilità offerta alle lavoratrici donne di andare in pensione prima, cioè con almeno 35 anni di contributi e un’età non inferiore a 57 anni e tre mesi (58 anni e tre mesi se lavoratrici autonome), optando per il calcolo contributivo della pensione, è stata estesa alle lavoratrici in possesso dei requisiti entro il 31 dicembre 2015. La domanda può essere presentata anche dopo questa data, una volta acquisito il diritto. La proroga è prevista dal comma 281, dell’unico articolo della legge di Stabilità per il 2016. Nella legge di conversione, rispetto al disegno di legge, c’è una novità di particolare rilievo: la misura è diventata prorogabile. In particolare, è stata aggiunta la previsione che, se dovessero avanzare “risorse finanziarie”, l’opzione donna potrà essere ulteriormente prorogata.

Previdenza e Lavoro (pag. 15)

Part time aspettando la pensione

Chi raggiunge l’età per avere la pensione di vecchia nei prossimi tre anni può decidere di lavorare meno, perdendo poco dallo stipendio e dalla carriera contributiva per la pensione. Era già previsto dal disegno di legge governativo. Lo ha confermato la Legge di conversione (comma 284). In pratica, lo potrà fare, trasformando il rapporto di lavoro da tempo pieno e indeterminato a tempo parziale (part time) e determinato. La facoltà è offerta ai soli lavoratori che maturano l’età per la pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018: dunque a chi ha circa 64 anni (un anno prima se donne). Questi possono mettersi subito in part time, se è d’accordo anche l’impresa, fino al giorno in cui compiono l’età per la pensione e lasceranno definitivamente il lavoro. Lavoreranno in meno, ma dovranno rinunciare soltanto a due terzi dello stipendio non spettante per la ridotta prestazione lavorativa: l’altro terzo (il 33%) sarà riconosciuto come “premio”. Ad esempio, il lavoratore che guadagna un mensile di 2.000 euro e decida di aderire all’opzione per il part time in misura del 50% dell’orario di lavoro, riceverà una busta paga mensile di 1.330 euro anziché di 1.000 euro come dovrebbe essere in seguito alla riduzione a metà dell’orario di lavoro. E non è tutto. Infatti, per tutto il periodo di part time, otterrà anche la copertura dei contributi figurativi per la pensione in riferimento alle ore lavorate in meno, così da non compromettere la carriera contributiva.

Società (pag. 33)

La norma salva risparmio

Al risarcimento dei sottoscrittori delle “obbligazioni subordinate” che hanno perso i loro risparmi con il crack della Banca dell’Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara provvederà lo stesso sistema bancario. Lo ha deciso il Governo con un emendamento alla Legge di Stabilità (Art. 1, commi 855-861). Lo Stato quindi non sosterrà alcun costo. Ma le modalità non sono ancora del tutto chiare.

In pratica viene istituito un Fondo di Solidarietà dotato di un capitale di 100 milioni di euro. Però non tutti i sottoscrittori delle obbligazioni subordinate (10.559 risparmiatori pari all’1% del totale dei clienti delle 4 banche) avranno diritto al risarcimento. Spetterà solo alle persone fisiche, imprenditori individuali ed agricoli e coltivatori diretti che complessivamente avevano sottoscritto bond per 329 milioni di euro sui 768 emessi.

Pubblica amministrazione (pag. 35)

Conferme dalla Legge di stabilità

Per la Pubblica Amministrazione, sono state in massima parte confermate dalla Legge di stabilità 2016 le disposizioni contenute nel testo del disegno di legge originario, presentato alle Camere il 15 ottobre scorso. Nessuno sconto sui tagli di spesa per le amministrazioni centrali e per le regioni, con queste ultime in costante tensione politica con il governo per via delle annunciate ripercussioni sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini, sanità in primis. Va un po’ meglio per gli enti locali, che vedono allentarsi la morsa delle regole troppo rigide imposte dal patto di stabilità interno e avranno a disposizione 500 milioni di euro in più per investimenti nel campo dell’edilizia scolastica e della bonifica ambientale.

Il capitolo dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici, scaduti il 31 dicembre 2009, non ha fatto registrare passi in avanti. Il governo ha confermato lo stanziamento complessivo di 300 milioni di euro, che dovrebbe essere appena sufficiente per garantire aumenti medi di stipendio intorno ai 5 euro mensili. Un occhio di riguardo c’è stato solo per i circa 500.000 dipendenti del comparto sicurezza, dirigenti esclusi, ai quali – grazie a un emendamento approvato nelle battute finali – è stato riconosciuto il bonus di 80 euro mensili (960 su base annua) senza riferimento alla soglia di reddito.

Inserto

Collaborazioni, lavoro autonomo e subordinato nel Jobs Act

Il restyling delle collaborazioni, effettuato dal decreto legislativo 81/2005, non cambia la sostanza: se vengono effettuate con le modalità del lavoro dipendente, verranno trasformate in lavoro dipendente. Nell’inserto una guida per non sbagliare.