Leggi illustrate N. 404

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (Pag. 3)

Una rivoluzione… solo programmata

Dopo una navigazione parlamentare caratterizzata da lunghe fasi di stallo e da improvvise accelerazioni condite da feroci polemiche politiche, l’ennesima “riforma” della pubblica amministrazione è finalmente approdata in Gazzetta Ufficiale (Legge n. 124 del 7 agosto 2015 in G.U. n. 187 del 13 agosto 2015, in vigore dal 28 agosto scorso) ed è diventata a tutti gli effetti legge dello Stato. Ora, naturalmente, si tratta di applicarla…

Infatti per ora si tratta di un eccellente manifesto di intenti che promette di ridurre gli eccessi della burocrazia statale e le inefficienze della macchina amministrativa pubblica che gravano su cittadini e imprese; ma i tempi di realizzazione sono lunghi, anche se la ministra Madia ha promesso l’adozione di un serrato cronoprogramma di attività già a partire dal mese di settembre. Vedremo.

Questa riforma, infatti (come molte altre), è costituita quasi esclusivamente da deleghe (ben 14 su 29 articoli della legge), che il governo dovrà esercitare nell’arco dei prossimi 12 o 18 mesi; oppure da rimandi a successivi provvedimenti di attuazione che richiedono l’intervento e il coordinamento di diversi livelli amministrativi. Solo una minima parte dei provvedimenti indicati sono di immediata e automatica applicazione.

In questo numero, le novità in vigore e quelle… promesse.

LAVORO (pag. 3)

I nuovi voucher nel “jobs act”

Lavoro occasionale fino a 9.333 euro di voucher: suppergiù, dunque, circa 933 buoni lavoro (altro modo di chiamare i voucher). Infatti, ogni voucher ha un valore di 10 euro, corrispondenti ad un’ora di lavoro. È stata la riforma del Jobs act a elevare il limite che riconosce la legittima utilizzazione del lavoro occasionale, limite cioè fino al quale una prestazione di lavoro si configura come “attività accessoria” e come tale può essere retribuita con i buoni lavoro senza necessità di dover instaurare un normale contratto di lavoro. Il voucher può essere utilizzato anche per il lavoro domestico. Il nuovo limite, in particolare, è passato da 5mila a 7mila euro netti di incasso per il lavoratore; al lordo (cioè al valore “nominale” dei buoni) i due limiti equivalgono, rispettivamente, a 6.746 euro e, appunto, 9.333 euro. La novità – il nuovo limite – è operativa dal 25 giugno, data di entrata in vigore del dlgs n. 81/2015 contenente la riforma dei contratti di lavoro in attuazione della legge n. 183/2014 (Jobs act). Fino al prossimo 31 dicembre, tuttavia, resta possibile utilizzare i buoni acquistati prima della riforma in base alle vecchie regole. E non è l’unica novità, questa; oltre alla revisione del limite, infatti, la riforma: ha introdotto il divieto di utilizzo dei voucher negli appalti; ha previsto la possibilità di remunerare con i voucher i soggetti percettori di cassa integrazione o indennità di disoccupazione (così rendendo strutturale una misura solo sperimentale, operativa negli anni 2013 e 2014);
ha introdotto l’obbligo di una comunicazione preventiva alla direzione territoriale del lavoro competente ai committenti in possesso di partita Iva, cioè imprenditori o professionisti; infine, sempre ai soli possessori di partita Iva ha limitato la possibilità di acquisto dei voucher esclusivamente nella tipologia telematica (online).

LAVORO (pag. 13)

Riforma dei congedi parentali

Mamme e papà, ora, hanno tempo fino all’età di 12 anni del figlio (non più 8 anni) per decidere di prendere il congedo parentale, assentarsi dal lavoro e dedicarsi a loro. Non solo; quel congedo inoltre, oltre che a giornate, lo possono richiedere a ore: una mamma, ad esempio, può decidere di stare metà giornata a lavoro e metà a casa. Le novità fanno parte della riforma del Testo Unico Maternità (il dlgs n. 151/2001) operata dal dlgs n. 80/2015 che, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 144 del 24 giugno 2015 (Supplemento ordinario n. 34), è entrato in vigore il 25 giugno. Le nuove norme danno attuazione all’articolo 1, commi 8 e 9, della legge n. 183/2014 (riforma del Jobs Act), il quale delegava, appunto, il governo a operare la revisione e l’aggiornamento delle misure per la tutela della maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

(Le istruzioni per l’uso sono arrivate dall’Inps a luglio ed agosto scorsi).

SCUOLA (pag. 35)

La riforma: un cantiere appena aperto

L’attuazione della riforma della scuola (Legge n. 107 del 13 luglio 2015 in G.U. del 15 luglio successivo) si presenta come una strada in salita: serviranno 24 provvedimenti amministrativi per rendere operative alcune norme del provvedimento, oltre a ben 9 deleghe con le quali il governo intende riscrivere ampie parti della normativa scolastica, a partire dall’accesso all’insegnamento nella scuola secondaria, al riordino delle classi di concorso (fondamentale prima di bandire il nuovo concorso a cattedre per circa 60.000 posti il 1° dicembre), al nuovo sistema di istruzione (da 0-6 anni) alla revisione dei percorsi dell’istruzione professionale. Il Ministero dell’istruzione (Miur) ha, comunque, già fissato un cronoprogramma che dovrebbe consentire, nell’arco di un biennio, la sistemazione nei ruoli di oltre 100.000 docenti.

In questo numero le assunzioni e le altre novità programmate.

FISCO (pag. 38)

Riforma fiscale: decreti attuativi

Seppure in tempi meno veloci rispetto a quelli annunciati, il Governo sta portando a compimento l’attuazione della delega di riforma fiscale (legge n. 23/2014). Nel mese scorso, infatti, sono stati pubblicati (sulla Gazzetta Ufficiale n. 190 del 18 agosto, con entrata in vigore dal 2 settembre) altri due decreti delegati: il Dlgs 127/2015 sulla fatturazione elettronica e il Dlgs 128/2015 sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuenti; un terzo (c.d. “internazionalizzazione”, perché finalizzato a favorire la crescita delle imprese nei mercati internazionali e a dare regole più semplici e trasparenti per gli investitori esteri) ha ricevuto l’ok definitivo il 6 agosto ed è in attesa di sbarcare in Gazzetta). I tre nuovi decreti legislativi vanno ad aggiungersi ai tre emanati nei mesi precedenti (vedi le leggi illustrate di novembre 2014): semplificazioni fiscali e sperimentazione della dichiarazione precompilata (Dlgs 175/2014), tassazione dei tabacchi (Dlgs 188/2014), composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie per la riforma del catasto (Dlgs 198/2014).

Proprio a quest’ultimo proposito, va ricordato, tuttavia, che il Consiglio dei ministri del 26 giugno, in dirittura di arrivo (il giorno dopo scadeva il termine per l’emanazione dei decreti delegati), ha “sfilato” il provvedimento dal pacchetto conclusivo dei decreti da varare riguardante i nuovi criteri per calcolare le nuove rendite: in pratica l’attuazione della riforma del catasto è stata rinviata a dopo l’introduzione della “local tax”, la nuova imposta comunale sugli immobili che dovrebbe vedere la luce con la prossima legge di stabilità, prendendo il posto di Imu e Tasi.

FISCO (pag. 38)

Novità fiscali dell’estate 2015

In ambito fiscale i mesi di luglio e agosto 2015 sono stati caratterizzati, oltre che dai decreti delegati, da altre importanti novità, alcune di carattere normativo (come la proroga fino al 30 ottobre per pagare l’Imu agricola o l’introduzione di detrazioni Irpef per chi frequenta le scuole private), altre di carattere interpretativo (la bocciatura-bis, da parte della Corte costituzionale, dei vantaggi per gli inquilini con cedolare secca che denunciano l’omessa registrazione del contratto di locazione; le istruzioni ministeriali per il bonus legato agli investimenti in attività di ricerca e sviluppo e quelle per il credito d’imposta spettante per la riqualificazione degli alberghi; l’ok del Fisco alla detraibilità delle spese sostenute da chi si sottopone ad intervento chirurgico per cambiare sesso; la pronuncia della Cassazione a favore dell’impugnabilità degli avvisi bonari emessi a seguito del controllo formale delle dichiarazioni dei redditi; ecc.). In questo numero tutte le novità.

INSERTO

Le nuove pensioni

In un inserto di 40 pagine, che cosa si deve aspettare chi sta programmando l’uscita dal lavoro. In pensione sempre più tardi e con meno soldi. La batosta più forte è riservata alle lavoratrici autonome e alle dipendenti del settore privato.