Leggi illustrate N.393

FISCO e AGRICOLTURA

Legge «competitività»: interventi per le imprese (pag. 4)

La legge 116, di conversione del cosiddetto “decreto competitività” (DL n. 91/2014), è entrata in vigore il 21 agosto scorso (legge 11 agosto 2014, n. 116) essendo stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto. Il provvedimento si compone di 57 articoli, suddivisi in tre capi: il primo (articoli da 1 a 8) contiene disposizioni finalizzate al rilancio del settore agricolo; il secondo (articoli da 8-bis a 17-bis) raccoglie misure per l’efficacia dell’azione pubblica di tutela ambientale, per la semplificazione di procedimenti in materia ambientale e per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea; il terzo (articoli da 18 a 35), infine, detta una serie di interventi che interessano le imprese.

Come avviene quasi abitudinariamente in occasione di ogni provvedimento  adottato in prima battuta con carattere d’urgenza (decreto legge), non mancano le disposizioni di natura fiscale. Questa volta, la maggior parte di esse ha, però, effetti positivi per i contribuenti coinvolti. Meritano di essere segnalati: l’istituzione di un credito d’imposta per i soggetti titolari di reddito d’impresa che realizzano investimenti in beni strumentali nuovi e di due altri bonus riservati, invece, a chi opera nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, e finalizzati a incoraggiare il commercio elettronico, lo sviluppo di nuovi prodotti e la creazione di nuove reti di imprese; gli incentivi per gli imprenditori agricoli che incrementano la base occupazionale, assumendo dipendenti di età non superiore ai 35 anni; il riconoscimento delle deduzioni ai fini IRAP anche per i lavoratori con contratto a tempo determinato; l’introduzione di una detrazione IRPEF delle spese sostenute dai giovani agricoltori per pagare i canoni relativi a terreni presi in affitto; il potenziamento dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), la misura agevolativa a favore dei soggetti titolari di reddito d’impresa che ricapitalizzano in proprio l’azienda.

Sempre in riferimento all’argomento terreni, vanno sottolineate altre due novità, queste però in controtendenza, di segno negativo: è stata maggiorata per il periodo d’imposta 2015 e messa a regime a partire dall’anno successivo la rivalutazione – ulteriore rispetto a quella ordinariamente applicata – dei valori catastali dei terreni (dominicali e agrari), ai fini della determinazione delle imposte sui redditi (ne deriverà, inevitabilmente, una maggiore imposizione fiscale); scompare, infine, il trattamento di favore fino ad oggi riservato ai terreni agricoli che non vengono coltivati per un’intera annata e per cause non dipendenti dalla tecnica agraria.

IMMOBILI

Contributi per gli inquilini morosi (pag. 8)

Boccata d’ossigeno per quegli inquilini che, per cause non dipendenti dalla loro volontà, si sono ritrovati nella condizione di non poter più onorare il canone d’affitto.

E’ stato pubblicato, infatti, sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 14 luglio scorso il decreto del ministero delle Infrastrutture , che porta la stessa data, sulla “Morosità incolpevole”. Il provvedimento attua il disposto del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102 (convertito, con modificazioni dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124) che aveva previsto, appunto, l’istituzione di un Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli rinviando ad un successivo decreto ministeriale per la sua regolamentazione. Decreto che adesso è arrivato (è passato quasi un anno), provvedendo anche a ripartire le risorse tra le varie Regioni.

Si tratta di una misura, però, che – come spiegato in questo numero – non è così di facile applicazione, con il rischio che ai soldi che sono stati stanziati potrà avere accesso solo una piccola parte di chi si trova in difficoltà nel pagamento del canone di locazione.

LAVORO

Applicazione dei nuovi contratti (jobs act) (pag. 9)

Il Ministero del lavoro, con la circolare n. 18/2014 di fine luglio scorso, ha fornito al proprio personale ispettivo le indicazioni per la corretta applicazione dello Jobs Act, ossia del primo provvedimento emanato dal Governo in carica in materia di lavoro (D.L. n. 34/2014,  convertito nella L. n. 78/2014, recante “disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”). Le indicazioni del ministero, spiegate in questo numero, sono importanti per i datori di lavoro e per i lavoratori interessati al contratto a tempo determinato, somministrazione di lavoro e contratto di apprendistato.

LAVORO

Riforma del lavoro: il progetto del Governo (pag.12)

Il progetto governativo denominato Jobs Act non si è affatto concluso con l’emanazione del decreto legge n. 78/2014, già convertito in legge e quindi vigente a tutti gli effetti nel nostro ordinamento giuridico. Quel provvedimento è stato solo un’anteprima, adottato per mere ragioni di “necessità e urgenza” intese ad arginare lo straripamento della disoccupazione.

Contemporaneamente, la parte più sostanziosa del Jobs Act ha iniziato il suo iter parlamentare, partendo dal Senato, in forma di legge delega (ddl n. 1428). In pratica, trattandosi di una materia complessa, il Governo ha chiesto al Parlamento la delega per legiferare in materia, nell’ambito di una “cornice” (cioè di alcuni principi generali). Ora il Parlamento è chiamato a dare l’ok.

Considerata l’enfasi mediatica che ha provocato l’annuncio del provvedimento, in questo numero un primo resoconto tecnico sugli obiettivi che il provvedimento si prefigge di raggiungere.

PREVIDENZA

 

Pensioni d’oro e d’argento: contributo si, contributo no (pag.13)

Il tormentone politico di questo Ferragosto è stato «l’asticella». L’ha usato per primo il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, in un’intervista al Corriere della Sera, ipotizzando un «contributo di solidarietà» da porre sulle pensioni più alte al fine di racimolare nuovi quattrini. L’asticella, nel discorso del ministro, è servita a raffigurare il limite cui applicare il prelievo straordinario (cioè l’importo della pensione). Limitato agli assegni d’oro – ha osservato il Ministero -, il nuovo prelievo servirebbe a poco perché farebbe recuperare scarse risorse; se allargato ad assegni meno vistosi (“calando l’asticella”) il prelievo si farebbe invece interessante. Secondo l’ipotesi sul tavolo di Renzi (va detto che il presidente del consiglio, con il suo «le pensioni non si toccano» ha voluto mettere fine al dibattito agostano sulle pensioni, anche se gli italiani, soprattutto i 16 milioni di pensionati, non si fidano più!) viene ipotizzato un contributo di misura pari al 10% da applicare anche sulle pensioni superiori a 3.500 euro per un incasso di circa 3,3 miliardi di euro.

L’intervista del ministro ha fatto il suo tradizionale giro sui media: quotidiani, giornali, Tv e via dicendo, tutti a discutere su bontà e su malvagità dell’idea del nuovo contributo straordinario sulle pensioni (peraltro una versione di questo genere di prelievo è stata di recente introdotta dalla legge di Stabilità 2014 per colpire i redditi superiori a 90mila euro). Pochi i possibilisti, tantissimi i detrattori, che per stroncare l’ipotesi governativa hanno adoperato due principali argomentazioni: che essa finisce per rappresentare una nuova “tassa” applicata al ceto medio; che essa, colpendo la pensione, fa venir meno la “certezza del diritto” perché così «lo Stato tradisce il contratto previdenziale», cioè quel «contratto che il lavoratore stipula con lo Stato, in base al quale, dietro il pagamento di contributi durante gli anni lavorativi, il cittadino riceverà una pensione».

Ognuno, ovviamente, è libero di sostenere la tesi a lui più vicina e più congeniale, a patto però di non rinunciare a dire le cose come stanno.

In questo numero un’analisi serena e imparziale del problema “pensionistico”, con la descrizione di come effettivamente ha funzionato e funziona il sistema pubblico previdenziale.

PREVIDENZA

Sgravio contributivo per le imprese edili (pag.35)

Via libera alla riduzione contributiva nel settore edile per l’anno 2014. Dal 1° settembre, le imprese possono inviare all’Inps la domanda per accedere allo sgravio dell’11,50 per cento. Lo ha stabilito l’Inps con il messaggio n. 6534/2014, autorizzando la fruizione dell’incentivo nella stessa misura dell’anno 2013 non essendo intervenuto un decreto di rimodulazione.

PREVIDENZA

Contribuzione volontaria lavoratori intermittenti (pag.36)

I lavoratori a chiamata e chi lo è stato nel passato (gli “ex”) hanno tempo fino al prossimo 20 settembre per decidere se avvalersi della facoltà di richiedere all’Inps di versare i contributi volontari, in relazione ai periodi in cui hanno avuto retribuzioni o indennità di disponibilità inferiori al minimo che garantisce l’accredito ai fini pensionistici. La scadenza, unica, riguarda i periodi di occupazione cadenti negli anni dal 2003 fino al 2012.

INSERTO

La riforma della pubblica amministrazione

In un inserto di 40 pagine illustrati i contenuti della legge definitiva: pensionamenti, turn over, risparmi di spese, trasparenza negli appalti, ammodernamento dell’amministrazione giudiziaria