Stop alla Tari gonfiata (sono possibili rimborsi)

(Ministero dell’economia e delle finanze, circolare n. 1/DF del 20 novembre 2017)

La quota variabile per la tassa sui rifiuti va conteggiata una sola volta, in riferimento all’intera superficie dell’utenza domestica, anche in presenza di eventuali pertinenze dell’abitazione. Pertanto, se il Comune ha utilizzato una diversa modalità di calcolo, si può richiedere il rimborso di quanto pagato in più. Ciò, a partire dall’anno 2014, cioè da quando il tributo è stato istituito.
È quanto chiarito dal Dipartimento delle finanze a proposito della vicenda “TARI gonfiata”, venuta clamorosamente alla ribalta a seguito di una interrogazione parlamentare sui criteri di determinazione della tassa. In particolare, il quesito mirava a dirimere il dubbio se la quota variabile debba essere presa in considerazione una sola volta anche quando l’utenza domestica è composta da più superfici. Infatti, non pochi Comuni, in situazioni del genere, hanno illegittimamente moltiplicato la quota variabile in relazione sia all’appartamento che alle pertinenze, determinando una tariffa ben superiore (anche per qualche centinaia di euro) di quella risultante dall’applicazione della quota variabile una sola volta sulla superficie complessiva.