Platea dei “minimi” allargata? Buono pasto tutto esentasse?

 (Interrogazioni parlamentari alla Camera, risposte fornite l’8 gennaio 2014)

Risposte interlocutorie alle interrogazioni parlamentari che si sono svolte in Commissione Finanze nella seduta dell’8 gennaio: sono stati esclusivamente quantificati gli eventuali costi per le casse erariali in caso di adozione delle misure caldeggiate dagli onorevoli che hanno posto i quesiti, nessuna anticipazione sulle intenzioni del Ministero di proporre o meno al Governo la loro attuazione.
La prima questione riguardava la possibilità di incrementare, dagli attuali 30.000 a 65.000 euro, la soglia dei ricavi che consente di accedere al regime fiscale dei “nuovi minimi”, regime che comporta l’ap­pli­cazione di un’imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi e delle addizionali regionale e comunale con aliquota del 5%. La domanda ha preso le mosse dalla recente decisione del Consiglio dell’Unione europea, che ha autorizzato l’Italia a esentare dall’Iva, fino a tutto il 2016, i soggetti con volume d’affari non superiore, appunto, a 65.000 euro. La sua attuazione – ha risposto il Ministero – “sarebbe suscettibile di comportare una perdita di gettito di circa 29 milioni di euro su base annua”.
Né è andata meglio a chi chiedeva di valutare l’eventualità di portare dagli attuali 5,29 a 7 euro la franchigia di esenzione prevista per i buoni pasto erogati ai lavoratori dipendenti, considerando anche l’op­portunità di introdurre un adeguamento annuale in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo. La richiesta era fondata su due considerazioni: il valore defiscalizzato del buono pasto in altri Paesi stranieri è maggiore rispetto al nostro; in Italia, negli ultimi quindici anni, non c’è stato alcun adeguamento del valore della franchigia, mentre in molti Paesi è costantemente aggiornato in funzione dell’andamento dell’inflazione. Dal Ministero, ancora una volta, solo numeri, nessuna parola sulla volontà di fare: l’incremento della quota esente fino a 7 euro comporterebbe un minor gettito IRPEF di 31 milioni di euro per il 2014, di 36,4 milioni per il 2015 e di 36,3 milioni di euro a regime.